Riscaldamento del motore in inverno: è davvero utile? la guida

Introduzione

D’inverno, a chi possiede la patente ed un’automobile, sarà sicuramente capitato di pensare di scaldare il motore prima di partire quando la temperatura esterna appare molto rigida.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sitochiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Si tratta però di un’abitudine non sempre corretta, e per questo nel proseguo dell’articolo cercheremo di capire meglio questo argomento.

Generalità

L’abitudine di riscaldare il motore prima di partire è ancora diffusa tra i proprietari di auto moderne, ma si tratta di una pratica ormai superata, soprattutto per i motori di nuova generazione. In passato, riscaldare il motore aveva vantaggi significativi, ma oggi, grazie ai motori più efficienti e alla tecnologia avanzata, può addirittura danneggiare il motore e non apportare benefici. L’ADAC, il club automobilistico tedesco, fornisce alcuni chiarimenti su quanto sia davvero utile questa abitudine e sul consumo di carburante necessario per scaldare il motore a temperature sottozero.

Come funzionano i motori

Per capire meglio il funzionamento di un motore moderno a combustione, bisogna considerare vari fattori, come la temperatura di esercizio, le parti meccaniche in movimento e i fluidi lubrificanti. I componenti del motore, come cilindri, pistoni e valvole, sono realizzati con materiali differenti che lavorano a temperature diverse. Quando il motore è avviato, l’attrito all’interno del motore fa aumentare rapidamente la temperatura dei componenti, e questa fase è critica poiché il motore non è ancora alla temperatura ideale di esercizio. La lubrificazione è fondamentale per ridurre gli attriti durante il riscaldamento.

Riscaldamento del motore

Per quanto riguarda il tempo necessario a riscaldare il motore in inverno, l’ADAC afferma che dopo 4 minuti di funzionamento del motore a -10°C, l’olio motore ha raggiunto solo -7°C. In questo periodo, il motore non ha nemmeno raggiunto una temperatura sufficiente per ottenere un buon riscaldamento dell’abitacolo o per sbrinare efficacemente i vetri. Anche se si rimane fermi per riscaldare il motore, l’effetto positivo è minimo.

In merito al consumo di carburante, la situazione non migliora: il motore consuma circa 0,1 litri di benzina ogni 4 minuti di funzionamento a minimo. Inoltre, l’olio impiega più tempo a riscaldarsi quando l’auto è ferma, il che significa che il motore è sottoposto a maggiore attrito durante questa fase, rischiando di causare usura prematura. D’altro canto, il liquido refrigerante si riscalda rapidamente, il che contribuisce a una gestione più efficiente della temperatura del motore. L’idea di riscaldare il motore prima di partire, perciò, è diventata obsoleta, soprattutto con l’evoluzione dei motori moderni. Non solo è inutile, ma può anche danneggiare il motore a lungo andare. Inoltre, in Italia, riscaldare il motore da fermo è vietato dalla legge, come previsto dall’articolo 157 del Codice della Strada.

Conclusioni

La cosa migliore da fare, quindi, è aspettare alcuni secondi dopo l’avviamento del motore prima di iniziare a muoversi. Una volta in marcia, è fondamentale evitare di forzare il motore, utilizzando l’acceleratore e il cambio in modo dolce per permettere al motore di raggiungere gradualmente la temperatura ideale. Quando tutti i componenti del motore saranno alla temperatura ottimale, sarà possibile guidare in modo più deciso, ma sempre con moderazione, rispettando i limiti di velocità e la buona pratica di guida.
Sperando di essere stati d’aiuto, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi offerti dalla nostra Autoscuola, puoi contattarci tramite il sito, chiamarci, o venire direttamente a trovarci in sede.

Inverno e parabrezza ghiacciato: i consigli per prevenire e rimediare

Introduzione

Una delle scocciature maggiori dell’inverno per chi possiede una patente riguarda la possibilità di ritrovarsi, durante la notte o alle prime ore del giorno, con il parabrezza ghiacciato.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sitochiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo cercheremo di elencare consigli e metodi di prevenzione per evitare che il parabrezza si ghiacci o per rimediare quando necessario.

Generalità

Durante i mesi invernali, una delle problematiche più comuni per chi possiede un’auto è il parabrezza ghiacciato. Le basse temperature possono facilmente causare la formazione di uno strato di ghiaccio che, a seconda dello spessore, può risultare difficile da rimuovere. Mentre un sottile strato di ghiaccio può essere eliminato in pochi minuti, uno più spesso e duro richiede più tempo e pazienza. Inoltre, secondo il Codice della Strada 2024, è illegale guidare con il parabrezza ghiacciato, poiché compromette la visibilità, che deve essere chiara per almeno 180 gradi.

Prevenire la formazione del ghiaccio sul parabrezza

La soluzione migliore per evitare che il parabrezza si ghiacci è quella di parcheggiare l’auto in un garage, ma non tutti hanno questa possibilità. In alternativa, si può coprire il parabrezza con appositi teli protettivi. Questi coprivetri sono progettati per proteggere l’intera superficie vetrata, inclusi i finestrini e gli specchietti. Se non si vuole spendere troppo, esistono soluzioni più economiche come utilizzare del cartone o una vecchia coperta, anche se questi materiali non sono durevoli come i coprivetri specifici. Coprire il parabrezza è il metodo più rapido ed efficace per evitare la formazione di ghiaccio, risparmiando tempo nelle giornate fredde.

Come rimuovere il ghiaccio dal parabrezza?

Quando il ghiaccio si è già formato e non si dispone di un garage o di una copertura per l’auto, ci sono diversi modi per rimuoverlo. Il metodo più tradizionale è l’utilizzo del raschietto, uno strumento in plastica dura che consente di grattare via il ghiaccio.

Tuttavia, questo può risultare scomodo in condizioni di freddo intenso, quindi è consigliabile usare un raschietto con un guanto per proteggere le mani. Un’altra soluzione, più veloce ma meno economica, è l’uso di uno spray sciogli ghiaccio. Questi spray sono pratici e facili da usare, ma tendono a esaurirsi rapidamente, soprattutto se si utilizzano per l’intero parabrezza. Infine, molti automobilisti accendono il riscaldamento dell’auto e aspettano che il ghiaccio si sciolga lentamente. Sebbene questo metodo sia abbastanza comune, richiede un po’ di tempo per essere efficace.

Metodi veloci per sbrinare il parabrezza

Se si cerca una soluzione rapida, ci sono alcuni metodi che possono aiutare a sbrinare il parabrezza in tempi brevi. Ad esempio, l’uso del climatizzatore con aria calda è uno dei metodi più diffusi, ma l’efficacia dipende dall’efficienza del sistema di riscaldamento dell’auto. Un altro trucco è coprire il parabrezza durante la notte con un telo o una coperta isolante, che previene la formazione del ghiaccio. Se il ghiaccio si è già formato, il raschietto è la scelta migliore per gli strati sottili. Per un’opzione più veloce, si può usare uno spray antigelo, che funziona in pochi secondi, ma va usato con moderazione per evitare danni ai tergicristalli. Infine, alcune auto di fascia alta sono dotate di sistemi di sbrinamento a distanza, che permettono di riscaldare il parabrezza senza dover entrare nell’auto, ma questa funzione è disponibile solo su modelli premium.

Cosa evitare durante lo sbrinamento

Ci sono alcuni errori che sarebbe meglio evitare quando si cerca di rimuovere il ghiaccio dal parabrezza. Prima di tutto, è assolutamente sconsigliato utilizzare il sale, poiché potrebbe graffiare il vetro e, se ci sono crepe anche piccole, potrebbe penetrare nel vetro e causare danni. Un altro errore comune è versare acqua bollente sul parabrezza. Il drastico cambiamento di temperatura potrebbe infatti danneggiare il vetro, causando crepe o rotture. Inoltre, l’acqua calda potrebbe congelarsi nuovamente se le temperature sono ancora basse. Infine, non bisogna mai azionare i tergicristalli quando c’è ancora ghiaccio sul parabrezza, poiché ciò potrebbe danneggiare le spazzole o il motore che le aziona.

Conclusioni

In sintesi, affrontare il problema del parabrezza ghiacciato richiede preparazione e un po’ di pazienza. Se non si dispone di un garage, è fondamentale utilizzare i metodi giusti per prevenire o rimuovere il ghiaccio in modo sicuro ed efficace, senza danneggiare l’auto.
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Revisione online: come prendere l’appuntamento in pochi click

Introduzione

Una volta che si consegue la patente e si dispone di un’auto, è importante sapere che, dopo quattro anni dopo la prima immatricolazione e poi dopo due anni, è obbligatorio effettuare la revisione.

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La prenotazione della revisione può essere effettuata anche online e per questo, nel proseguo dell’articolo, ti spiegheremo come fare.

Generalità

Prenotare la revisione del proprio veicolo tramite il Portale dell’automobilista è un’operazione facile e comoda, che può essere effettuata completamente online. Questo portale, gestito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, offre una vasta gamma di servizi legati ai trasporti, destinati tanto ai cittadini quanto a professionisti e imprese. Tra i numerosi vantaggi della piattaforma, c’è la possibilità di gestire facilmente la propria revisione, con una procedura semplificata che non richiede particolari competenze informatiche. Inoltre, il portale invia notifiche per ricordare agli utenti gli adempimenti burocratici necessari, come appunto la revisione del veicolo.

I passaggi da effettuare

Per iniziare, il proprietario del veicolo deve entrare nel Portale dell’automobilista, utilizzando le proprie credenziali. Una volta effettuato l’accesso, bisogna selezionare il servizio di revisione, che si trova nella sezione dedicata ai servizi online. A questo punto, si dovranno inserire i dati relativi al veicolo, come il numero di targa e altre informazioni richieste, oltre alla Motorizzazione provinciale di riferimento. Dopo aver completato questi passaggi, si può scegliere la data e l’orario disponibili per l’appuntamento, tra le opzioni proposte dal sistema. È importante verificare che la data scelta rientri nei tempi previsti per la revisione.

Una volta selezionato il giorno e l’orario, basta confermare la prenotazione. Il sistema invierà una notifica, via email o direttamente sul portale, con il dettaglio dell’appuntamento. È fondamentale conservare questa conferma, in quanto sarà richiesta al momento della revisione del veicolo. Dopo aver completato questa fase, non resta che presentarsi al centro di revisione alla data e all’orario stabilito.

C’è anche la possibilità di modificare la prenotazione una volta effettuata. Nel caso si abbia bisogno di modificare l’appuntamento, è possibile farlo direttamente dal portale. Basta entrare nella sezione “Gestione prenotazione” e scegliere l’opzione di modifica. In alternativa, è possibile cancellare la prenotazione, ma solo se la cancellazione avviene almeno 24 ore prima dell’appuntamento. Se la prenotazione è stata inviata alla Motorizzazione e successivamente rifiutata, l’utente può annullarla senza problemi. Quando si cancella una prenotazione, il sistema rende disponibile il posto per altri utenti, mentre i documenti caricati vengono eliminati.

Conclusioni

In sintesi, il Portale dell’automobilista offre un sistema intuitivo e funzionale per gestire la revisione del veicolo in modo semplice e veloce. Con pochi clic, è possibile prenotare, modificare o annullare un appuntamento, rendendo l’intero processo decisamente più comodo rispetto alle modalità tradizionali.
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Regolamento aggiornato ZTL: le novità con il nuovo codice 2025

Introduzione

Qualunque possessore di patente, almeno una volta nella vita, si è dovuto imbattere nella scocciatura delle zone a traffico limitato (Ztl), fonte di multe per gli automobilisti più distratti.

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Proprio sulle Ztl è intervenuto il nuovo codice della strada introdotto a dicembre 2024, e per questo cercheremo di individuare le principali novità apportate.

Nuovo codice e ZTL: generalità

Dal 14 dicembre 2024, il Codice della Strada introduce alcune modifiche che alleggeriscono le sanzioni relative alle violazioni nelle zone a traffico limitato (Ztl), sia per distrazione che per brevi sforamenti del tempo consentito. Queste modifiche, frutto della legge n. 177/2024, cercano di rendere più tolleranti le sanzioni e di evitare che i cittadini vengano penalizzati per errori minori o per la contemporanea commessione di più infrazioni nello stesso giorno.

Principali modifiche apportate

Una delle principali novità riguarda le soglie di rispetto del tempo di permanenza nelle Ztl.
Con il nuovo Codice è prevista una tolleranza del 10% rispetto al tempo autorizzato per la permanenza nell’area limitata. Ad esempio: se un automobilista ha acquistato un permesso per una Ztl che consente l’accesso per 24 ore, potrà restare fino a 2 ore e 24 minuti oltre il termine senza incorrere in sanzioni. Oltre questo margine, le multe verranno applicate come di consueto.
Inoltre, non verranno applicate sanzioni nel caso in cui eventi eccezionali come incidenti, lavori o guasti rallentino il traffico e causino un involontario sforamento del tempo consentito.

Un’ altra modifica riguarda le infrazioni multiple: se un automobilista commette più violazioni in un’area Ztl nell’arco di 24 ore, senza contestazioni immediate, verrà applicata una sola multa. Occorre precisare che questa sanzione unica si applica anche in caso di accertamenti da remoto, ossia quando le infrazioni vengono rilevate esclusivamente da telecamere e non direttamente dalle forze dell’ordine. Quale è la ratio di tale provvedimento?  Il motivo è quello evitare che un automobilista venga multato più volte per un’unica disattenzione commessa in breve tempo.

Una terza novità riguarda le auto storiche. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, insieme al Ministero dell’Ambiente, dovrà emanare un decreto per stabilire modalità di accesso agevolato nelle Ztl per i veicoli di interesse storico e collezionistico.

Infine, un’ultima modifica consente alle amministrazioni locali e alle regioni di istituire Ztl anche al di fuori dei centri abitati, in particolare vicino a siti di interesse culturale e paesaggistico, come quelli dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Queste Ztl saranno temporanee e potranno durare al massimo 5 mesi, con l’obiettivo di proteggere aree sensibili da flussi turistici o eventi climatici estremi.

Conclusioni

In sintesi, il nuovo Codice della Strada mira a rendere le norme sulle Ztl più soft, con l’obiettivo di ridurre le multe per trasgressioni minori, provando però allo stesso tempo a garantire la protezione di aree sensibili e la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico.
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Passaggio di proprietà: costi 2025 e dettagli su procedura e calcolo

Introduzione

Il primo passo da compiere quando si consegue la patente è quello di munirsi di un’automobile. C’è chi ne eredita una da qualche familiare, chi la compra in concessionaria, oppure chi la acquista usata.

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Proprio a riguardo della fattispecie relativa all’acquisto di un’auto usata, uno step fondamentale è quello del passaggio di proprietà. Per questo, nel corso dell’articolo tratteremo l’argomento e metteremo in evidenza le principali novità per il 2025.

Generalità

Come anticipato, quando si acquista un’auto usata, uno degli step fondamentali da completare è il passaggio di proprietà, ovvero la procedura che trasferisce ufficialmente il veicolo dal venditore all’acquirente. Questo processo è obbligatorio e deve essere effettuato entro 60 giorni dalla firma dell’atto di vendita. Il costo del passaggio varia in base alla provincia di residenza e al tipo di veicolo. In questo articolo, vedremo come calcolare il costo e quali sono i passaggi da seguire.

Come Calcolare il Costo del Passaggio di Proprietà

Un metodo semplice per conoscere l’importo del passaggio di proprietà è utilizzare i calcolatori online, che richiedono solo i dati del veicolo per fornire una stima. Questi servizi offrono anche la possibilità di prenotare un appuntamento presso un’agenzia di pratiche auto, così da completare la procedura senza pensieri, affidandosi a professionisti del settore.

La Procedura del Passaggio di Proprietà

Il passaggio può essere richiesto dal diretto interessato o da un suo delegato, munito di apposita delega. La domanda deve essere presentata presso uno Sportello Telematico dell’Automobilista (STA), disponibile presso le unità locali dell’ACI (PRA), le agenzie di pratiche auto, o anche i Comuni, seppur questa opzione sia meno conosciuta. La procedura deve avvenire entro 60 giorni dalla firma dell’atto di vendita. Se si presenta in ritardo, sono previste sanzioni.

Documenti necessari

Per completare la procedura, è necessario presentare i seguenti documenti:

  • Modulo di istanza unificata, compilato e firmato;
  • Carta di circolazione o documento unico;
  • Certificato di proprietà (cartaceo o digitale) o documento unico;
  • Atto di vendita con firma autenticata del venditore (in bollo);
  • Documento di identità e codice fiscale dell’acquirente.

Costi del Passaggio di Proprietà nel 2025

Il costo del passaggio di proprietà è composto da diverse voci:

  • Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT): l’importo varia in base alla provincia e alla potenza del veicolo. Per auto fino a 53 kW, l’IPT è di circa 181 euro, mentre per auto con potenza superiore, l’importo è proporzionale ai kW. Le province possono aumentare l’importo fino al 30%;
  • Emolumenti ACI: 27,00 euro;
  • Istanza unificata: 32,00 euro, più 16,00 euro per il rilascio del documento unico;
  • Diritti Motorizzazione: 10,20 euro;
  • Imposta di bollo: 16,00 euro per l’autenticazione digitale dell’atto, oppure un contrassegno di 16,00 euro se l’atto è cartaceo.

Inoltre, se ci si rivolge a un’agenzia di pratiche auto, bisognerà aggiungere il costo del servizio, che varia a seconda dell’intermediario.

Modalità di Pagamento

I pagamenti possono essere effettuati in vari modi: tramite PagoPA presso gli uffici della Motorizzazione, presso tabaccai convenzionati, o online sul Portale dell’Automobilista. Per gli uffici del PRA, è possibile pagare solo con bancomat o carta di debito prepagata.

Conclusioni

Il passaggio di proprietà è un passo fondamentale quando si acquista un’auto usata. Conoscere i costi e la documentazione necessaria è essenziale per evitare ritardi e problematiche. Utilizzando gli strumenti online per calcolare il preventivo, è possibile semplificare la procedura e completarla senza stress, affidandosi a professionisti qualificati.
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Codice della Strada 2025: le novità sui monopattini e le biciclette

Introduzione

Il nuovo Codice della Strada, in vigore in Italia dal 2024, introduce importanti modifiche riguardanti la sicurezza stradale: tra queste rientrano anche le nuove disposizioni sulle biciclette e soprattutto sui monopattini elettrici, la cui diffusione è sempre maggiore nel territorio italiano. Importante è che le novità introdotte siano conosciute, non soltanto da chi utilizza le bici e i monopattini, ma anche da chi possiede una patente di guida e deve interfacciarsi con tali mezzi.

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Per questo nel proseguo dell’articolo approfondiremo le principali norme introdotte.

Generalità

Come anticipato, il 14 dicembre 2024 è entrato in vigore il nuovo codice della strada, che introduce una serie di modifiche riguardanti la regolamentazione dei monopattini elettrici, con nuove regole, restrizioni e sanzioni. Le modifiche mirano a regolamentare uno degli aspetti chiave della micromobilità urbana, che negli ultimi anni è cresciuta rapidamente (ma in modo spesso disordinato) nelle principali città italiane. Sono modifiche sicuramente importanti, in quanto si tratta mezzi il cui utilizzo è destinato a crescere ancora nei prossimi anni.

Quali sono le principali novità in vigore? E cosa cambierà nei prossimi mesi? In generale, la legge 25 novembre 2024, n. 177, che modifica il decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, prevede diverse disposizioni in materia di sicurezza stradale, inclusi nuovi obblighi per i monopattini elettrici e le biciclette.

Monopattini

Per i monopattini elettrici, le novità riguardano principalmente l’introduzione di obblighi già attivi, ma non tutti immediatamente applicabili. Per esempio, l’assicurazione obbligatoria e la targa non sono ancora in vigore, in quanto sono in attesa dei relativi decreti attuativi. Tuttavia, già da ora è obbligatorio per tutti i conducenti l’uso del casco e la presenza di indicatori di direzione e di frenata sui monopattini.

Il nuovo codice prevede anche restrizioni per la circolazione dei monopattini elettrici: questi mezzi potranno circolare solo su strade urbane con un limite di velocità di 50 km/h, mentre sarà vietato l’accesso alle piste ciclabili e alle aree pedonali, suscitando preoccupazioni per un aumento dei rischi di incidenti, visto che i conducenti saranno costretti a condividere la carreggiata con le auto.

Inoltre, il parcheggio dei monopattini elettrici sarà regolato in modo più restrittivo: sarà vietato sui marciapiedi, a meno che non siano state designate apposite aree dai Comuni, mentre sarà permesso parcheggiarli negli spazi riservati a biciclette, motocicli e veicoli a motore.

Biciclette

Come anticipato, le novità non riguardano solo i monopattini ma anche le biciclette. Questi i principali cambiamenti introdotti:

  • Sorpasso sicuro: obbligo per gli automobilisti di mantenere una distanza laterale di almeno 1,5 metri durante il sorpasso (ove possibile).
  • Divieto di accesso alle corsie riservate ai bus: maggiore limitazione nei percorsi urbani.
  • Luci di posizione: obbligo di accenderle anche di giorno in caso di scarsa visibilità.

Inoltre, le nuove piste ciclabili:

  • Saranno possibili solo lungo il bordo destro della carreggiata.
  • Sarà vietato ridurre la larghezza delle carreggiate esistenti.

Conclusioni

Abbiamo quindi visto le principali novità in tema micromobilità, con riferimento specifico a bici e monopattini.
Sperando di aver contribuito alla tua utilità, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi offerti dalla nostra Autoscuola puoi contattarci tramite il nostro sito, chiamarci, o venire direttamente a trovarci in sede.

Le Novità del Nuovo Codice della Strada in Italia Relativamente all’Alcol

Introduzione

Il nuovo Codice della Strada, in vigore in Italia dal 2024, introduce importanti modifiche riguardanti la sicurezza stradale, con particolare attenzione al consumo di alcol e droghe da parte degli automobilisti. Le nuove disposizioni vanno a rafforzare la severità delle normative esistenti, rendendo più severi i controlli e le pene per chi guida sotto l’effetto di alcol. Importante è che le novità introdotte siano conosciute da chi possiede una patente di guida.

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Per questo nel proseguo dell’articolo approfondiremo le principali novità introdotte.

Limiti di Tasso Alcolico e sanzioni

Una delle modifiche più significative riguarda i limiti di alcol nel sangue. Sebbene il tasso di 0,5 grammi per litro di sangue (g/l) resti il limite ordinario, si assiste ad un inasprimento delle sanzioni.

Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro si va incontro a una sanzione tra 573 e 2.170 euro, con una sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, si è puniti con la doppia sanzione, detentiva e pecuniaria (arresto fino a 6 mesi e ammenda da 800 a 3.200 euro), con sospensione della patente da 6 mesi a un anno. Se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 grammi per litro, la contravvenzione è punita con sanzione detentiva e pecuniaria (arresto da 6 mesi e un anno e ammenda da 1.500 a 6.000 euro) e sospensione della patente da uno a due anni. 

L’obiettivo di queste modifiche è quello di ridurre i rischi di incidenti, specialmente per i conducenti meno esperti o coloro che si trovano alla guida di veicoli più pesanti e pericolosi.

Controlli

I controlli stradali, già piuttosto frequenti, saranno ulteriormente intensificati. Le forze dell’ordine avranno più facilità nell’effettuare test dell’alcol durante la notte e nei weekend, orari tradizionalmente più critici per gli incidenti legati all’alcol. L’introduzione di alcol-test preliminari a bordo veicolo e l’ampliamento delle zone sottoposte a controllo consentiranno di individuare in modo tempestivo i conducenti sotto l’effetto dell’alcol.

Alcolock

Se un soggetto viene nuovamente sorpreso alla guida con un tasso alcolemico superiore ai limiti ed è stato già condannato in sede panale o è già stato soggetto a sanzioni amministrative, allora potrebbe essere obbligato all’utilizzo dell’alcolock. L’alcolock è un dispositivo che impedisce l’avvio del motore in caso di rilevamento di un tasso alcolemico superiore a zero. Tutti i veicoli comunitari di nuova immatricolazione con decorrenza dal 6 luglio 2024 hanno l’obbligo di disporre della predisposizione per l’alcolock, ma per installare gli alcolock nei veicoli bisognerà attendere il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da adottare entro il 14 giugno 2025, che indicherà quali caratteristiche deve avere il dispositivo e come deve essere installato.

Educazione e Prevenzione

Il nuovo Codice della Strada prevede anche un maggiore impegno nella prevenzione, con campagne di sensibilizzazione rivolte a giovani e conducenti di veicoli commerciali. L’educazione alla sicurezza stradale diventa quindi un pilastro fondamentale. Oltre a corsi obbligatori per chi infrange le regole, si stanno organizzando iniziative nelle scuole e nei luoghi pubblici per sensibilizzare sull’importanza di non mettersi mai alla guida dopo aver consumato alcol.

Conclusioni

Come visto, le modifiche introdotte nel 2024 al Codice della Strada, in relazione all’alcol, rappresentano un cambiamento importante della normativa, ed è fondamentale conoscerle.
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Nuovo codice della strada e abbandono animali: cosa cambia

Introduzione

Come ormai noto, il nuovo Codice della strada è stato approvato ed entrerà in vigore il 14 dicembre di questo fine 2024. Con l’entrata in vigore ci saranno notevoli cambiamenti, e diventa dunque fondamentale conoscere le principali novità per chi possiede una patente di guida in Italia.

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Per questo, nel proseguo dell’articolo tratteremo una delle tante novità apportate, quella riguardante le nuove sanzioni per chi viene colto nell’atto di abbandonare per strada un animale.

Il nuovo Codice: generalità

Con l’approvazione delle scorse settimane da parte del Senato, dopo quella arrivata in primavera 2024 da parte della Camera, la modifica del Codice della Strada proposta dal governo ha il via libera di entrambi i rami del Parlamento. Le modifiche sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale e dopo 15 giorni entreranno ufficialmente in vigore, esattamente il 14 dicembre. Per gli automobilisti, ma non solo per loro, cambieranno come anticipato tante regole.

Una di queste riguarda le sanzioni per chi abbandona gli animali in strada.

Abbandono animali: le norme attuali

L’attuale Codice Penale, all’articolo 727, prevede già sanzioni per chi abbandona animali domestici o abituati alla cattività, punendo i responsabili con l’arresto fino a un anno o una multa compresa tra 1.000 e 10.000 euro. La stessa pena è applicata a chi detiene animali in condizioni non compatibili con la loro natura, causando gravi sofferenze. L’abbandono si configura quando l’animale viene lasciato solo senza cure adeguate.

Tuttavia, questa norma è generica e non considera esplicitamente il pericolo di incidenti stradali legati all’abbandono degli animali. Anche il Codice della Strada è carente in merito. Gli articoli 160 e 169, ad esempio, disciplinano solo aspetti generali come il trasporto e la custodia degli animali sui veicoli e la necessità di legarli in modo sicuro per evitare pericoli. La violazione di queste regole comporta sanzioni piuttosto leggere, da 42 a 173 euro. Similmente, l’articolo 175 vieta la presenza di pedoni e animali sulle autostrade e strade principali, salvo nelle aree di servizio, con multe che variano da 26 a 102 euro.

Abbandono animali: cosa cambia

Con l’imminente entrata in vigore della riforma del Codice della Strada, le pene per chi abbandona animali su strade pubbliche saranno significativamente inasprite, adottando un approccio di tolleranza zero. Ecco le principali modifiche previste:

  • Incremento delle pene esistenti: Chi abbandona un animale su una strada pubblica o nelle sue pertinenze vedrà aumentata di un terzo la pena prevista dall’articolo 727 del Codice Penale, con arresto fino a un anno e multa da 1.000 a 10.000 euro.
  • Conseguenze per incidenti stradali: Se l’abbandono di un animale causa un incidente stradale con morti o feriti, si applicano le pene previste per omicidio stradale e lesioni stradali gravi o gravissime. Le sanzioni vanno da:
    • 3 mesi a 1 anno per lesioni gravi,
    • 1 a 3 anni per lesioni gravissime,
    • 2 a 7 anni per omicidio stradale.
  • Sanzioni accessorie: In caso di incidenti, sono previste la sospensione della patente (da 6 mesi a 1 anno) o, nei casi più gravi, la revoca definitiva.

Queste nuove norme, che entreranno in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, mirano a prevenire comportamenti irresponsabili e a proteggere sia gli animali che la sicurezza stradale, con un messaggio chiaro: l’abbandono non sarà più tollerato.

Conclusioni

Come visto, anche in questo caso il nuovo Codice apporterà sanzioni decisamente più pesanti, con l’obiettivo di scoraggiare sempre di più questo tipo di comportamento.
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Approvato il nuovo codice della Strada: cosa cambia per chi guida al telefono

Introduzione

Con l’approvazione del nuovo Codice della Strada ci saranno notevoli cambiamenti, e diventa dunque fondamentale conoscere le principali novità per chi possiede una patente di guida in Italia.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sitochiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo tratteremo una delle tante novità apportate, quella riguardante le nuove sanzioni per chi viene colto al telefono alla guida.

Il nuovo Codice: generalità

Con l’approvazione delle scorse settimane da parte del Senato, dopo quella arrivata in primavera 2024 da parte della Camera, la modifica del Codice della Strada proposta dal governo ha il via libera di entrambi i rami del Parlamento. Ora toccherà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: infatti con la sua firma le modifiche verranno pubblicate in Gazzetta Ufficiale e dopo 15 giorni entreranno ufficialmente in vigore. Per gli automobilisti, ma non solo per loro, cambieranno come anticipato tante regole.

Una di queste riguarda le sanzioni per chi utilizza il telefono alla guida.

Telefono alla guida: cosa cambia

Con la riforma del Codice della strada, le sanzioni per utilizzo di cellulare alla guida diventano più stringenti. Sul profilo economico, l’ammontare della multa per chi viene sorpreso mentre fa uso di telefono mentre guida varia da un minimo di 250 euro ad un massimo di 1.000 euro. Più onerosa la sanzione per i recidivi: da 350 a 1.400 euro.

L’inasprimento delle sanzioni non si limita solo all’aspetto puramente monetario. Infatti, è prevista anche una formula di sospensione breve della patente, da 7 giorni di durata nel caso in cui l’infrazione venga commessa da un conducente con almeno 10 punti sulla patente, che diventano 15 per chi dispone di meno di 1o punti. Queste tempistiche raddoppiano nel caso in cui l’utilizzo del cellulare alla guida venga individuato come causa di un incidente che abbia coinvolto un altro veicolo. Permane anche la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente, che va da 15 giorni a 2 mesi nel caso in cui si tratti del primo episodio in cui si viene sorpresi con cellulare alla guida, e da 1 a 3 mesi per i recidivi. 

Conclusioni

Come visto, è palese il notevole inasprimento delle sanzioni, mirate a disincentivare sempre di più l’utilizzo degli apparecchi telefonici alla guida. Gli automobilisti dovranno adattarsi alle nuove norme, per evitare di incappare in illeciti.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi della nostra autoscuola puoi contattarci tramite il nostro sito, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci in sede.

Primo soccorso stradale: i consigli su come agire in caso di necessità

Introduzione

A chiunque può capitare di assistere ad un incidente stradale e trovarsi di fronte ad una situazione in cui sono presenti uno o più feriti della strada.

L’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sitochiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo cercheremo di capire quali sono le modalità migliori per comportarsi davanti a fattispecie del genere, in modo tale da sventare situazioni pericolose per la salute dei coinvolti nell’incidente.

Cosa dice la normativa

Innanzitutto, è il Codice della Strada a disciplinare il soccorso stradale.

L’articolo 189 del sopracitato codice dispone che: “In caso di incidente, comunque ricollegabile al suo comportamento, il conducente ha l’obbligo di fermarsi e di prestare assistenza a coloro che, eventualmente, abbiano subìto danno alla persona”.

Estendendo invece la fattispecie non solo a chi ha causato l’incidente, ma a tutti i cittadini, entra in gioco l’articolo 593:

“Chiunque (…) trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’Autorità (…) è punito con la reclusione fino a un anno e con multa fino a 2.500 euro. Se da siffatta condotta del colpevole deriva la morte, la pena è raddoppiata”.

Per quanto riguarda le sanzioni, sempre il Codice della Strada dispone che:

“In caso di incidente con danno alle sole cose, chi non ottempera all’obbligo di fermarsi è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 272 a 1.088 euro. Chi, invece, in caso di incidente con danno alle persone, non rispetta l’obbligo di fermarsi è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la sospensione della patente da 1 a 3 anni”.

“Il conducente che si sia dato alla fuga è in ogni caso passibile di arresto (articolo 381 del Codice di procedura penale), a meno che nelle 24 ore successive al fattaccio si metta a disposizione della Polizia giudiziaria. A costui verrà contestato anche il reato di omissione di soccorso (articolo 189 comma 7 del Codice della strada) per non aver prestato assistenza alle persone ferite”.

“Chi, poi, non ottempera all’obbligo di prestare assistenza alle persone ferite (omissione di soccorso) è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la sospensione della patente da 18 mesi a 5 anni. è possibile il concorso tra le due ipotesi di reato (fuga e omissione di soccorso). Inoltre, è disposta la confisca di un ciclomotore o motoveicolo adoperato per commettere un reato”.

Tecniche di soccorso

Le modalità con cui procedere possono variare al variare della fattispecie in cui ci si trova. Nel caso in cui non ci si trovi in una situazione con pericolo di morte imminente, l’ideale è chiamare subito i soccorsi del 118, in modo tale che sia il personale specializzato ad operare con le dovute conoscenze e le dovute cautele.

Diverse discorso riguarda invece le fattispecie in cui il ferito è in pericolo di vita imminente: in questo caso la vita del ferito è nelle mani del primo soccorritore.
Nel caso in cui, ad esempio, il  ferito sia impossibilitato ad uscire autonomamente dall’abitacolo e si trovi in pericolo di vita, si possono adottare i seguenti passi:

  • far passare un avambraccio sotto l’ascella del ferito, afferrargli il mento e bloccargli la testa contro la propria spalla;
  • passare l’altro avambraccio sotto l’altra ascella e afferrare il polso del ferito appoggiandolo sull’addome;
  • adagiare la testa del ferito contro la propria spalla e cercare di sostenerlo saldamente;
  • retrocedere tenendo ben ferma la testa del ferito.

Una volta compiute le operazioni descritte occorre in ogni caso procedere con la chiamata al 118.

Altra situazione critica è quella in cui il ferito presenti gravi emorragie. Anche in questo caso è bene intervenire ancor prima di chiamare il 118.

Le emorragie più gravi sono quelle relative alla lesione di una vena o di una arteria. In caso di grave emorragia, soprattutto se arteriosa, la vita del ferito è nelle mani del primo soccorritore che deve procedere senza esitare: nei casi più gravi la situazione può diventare irreparabile in pochi minuti.

A chiamare soccorsi qualificati si procederà poi, dopo aver tamponato l’emorragia. Aspettando l’arrivo del soccorso qualificato, in caso di gravi emorragie è necessario:

  • Sdraiare il ferito;
  • Sollevare l’arto infortunato;
  • Applicare una fasciatura compressiva o procedere con la compressione digitale a distanza;
  • Porre l’infortunato in posizione antishock (supino con le gambe sollevate) e tranquillizzarlo.

Conclusioni

Come visto, il primo soccorso è disciplinato per legge, e l’omissione può comportare sanzioni anche pesanti nei confronti dei cittadini o di chi è coinvolto nell’incidente.
Il comportamento del soccorritore varia a seconda della specifica situazione, ed è sicuramente fondamentale chiamare i soccorsi del 118.
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