Nuovo codice della strada e abbandono animali: cosa cambia

Introduzione

Come ormai noto, il nuovo Codice della strada è stato approvato ed entrerà in vigore il 14 dicembre di questo fine 2024. Con l’entrata in vigore ci saranno notevoli cambiamenti, e diventa dunque fondamentale conoscere le principali novità per chi possiede una patente di guida in Italia.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sitochiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo tratteremo una delle tante novità apportate, quella riguardante le nuove sanzioni per chi viene colto nell’atto di abbandonare per strada un animale.

Il nuovo Codice: generalità

Con l’approvazione delle scorse settimane da parte del Senato, dopo quella arrivata in primavera 2024 da parte della Camera, la modifica del Codice della Strada proposta dal governo ha il via libera di entrambi i rami del Parlamento. Le modifiche sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale e dopo 15 giorni entreranno ufficialmente in vigore, esattamente il 14 dicembre. Per gli automobilisti, ma non solo per loro, cambieranno come anticipato tante regole.

Una di queste riguarda le sanzioni per chi abbandona gli animali in strada.

Abbandono animali: le norme attuali

L’attuale Codice Penale, all’articolo 727, prevede già sanzioni per chi abbandona animali domestici o abituati alla cattività, punendo i responsabili con l’arresto fino a un anno o una multa compresa tra 1.000 e 10.000 euro. La stessa pena è applicata a chi detiene animali in condizioni non compatibili con la loro natura, causando gravi sofferenze. L’abbandono si configura quando l’animale viene lasciato solo senza cure adeguate.

Tuttavia, questa norma è generica e non considera esplicitamente il pericolo di incidenti stradali legati all’abbandono degli animali. Anche il Codice della Strada è carente in merito. Gli articoli 160 e 169, ad esempio, disciplinano solo aspetti generali come il trasporto e la custodia degli animali sui veicoli e la necessità di legarli in modo sicuro per evitare pericoli. La violazione di queste regole comporta sanzioni piuttosto leggere, da 42 a 173 euro. Similmente, l’articolo 175 vieta la presenza di pedoni e animali sulle autostrade e strade principali, salvo nelle aree di servizio, con multe che variano da 26 a 102 euro.

Abbandono animali: cosa cambia

Con l’imminente entrata in vigore della riforma del Codice della Strada, le pene per chi abbandona animali su strade pubbliche saranno significativamente inasprite, adottando un approccio di tolleranza zero. Ecco le principali modifiche previste:

  • Incremento delle pene esistenti: Chi abbandona un animale su una strada pubblica o nelle sue pertinenze vedrà aumentata di un terzo la pena prevista dall’articolo 727 del Codice Penale, con arresto fino a un anno e multa da 1.000 a 10.000 euro.
  • Conseguenze per incidenti stradali: Se l’abbandono di un animale causa un incidente stradale con morti o feriti, si applicano le pene previste per omicidio stradale e lesioni stradali gravi o gravissime. Le sanzioni vanno da:
    • 3 mesi a 1 anno per lesioni gravi,
    • 1 a 3 anni per lesioni gravissime,
    • 2 a 7 anni per omicidio stradale.
  • Sanzioni accessorie: In caso di incidenti, sono previste la sospensione della patente (da 6 mesi a 1 anno) o, nei casi più gravi, la revoca definitiva.

Queste nuove norme, che entreranno in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, mirano a prevenire comportamenti irresponsabili e a proteggere sia gli animali che la sicurezza stradale, con un messaggio chiaro: l’abbandono non sarà più tollerato.

Conclusioni

Come visto, anche in questo caso il nuovo Codice apporterà sanzioni decisamente più pesanti, con l’obiettivo di scoraggiare sempre di più questo tipo di comportamento.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi dell’Autoscuola.net puoi contattarci tramite il nostro sito, telefonicamente, o venendo a trovarci direttamente in sede.

Primo soccorso stradale: i consigli su come agire in caso di necessità

Introduzione

A chiunque può capitare di assistere ad un incidente stradale e trovarsi di fronte ad una situazione in cui sono presenti uno o più feriti della strada.

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Per questo, nel proseguo dell’articolo cercheremo di capire quali sono le modalità migliori per comportarsi davanti a fattispecie del genere, in modo tale da sventare situazioni pericolose per la salute dei coinvolti nell’incidente.

Cosa dice la normativa

Innanzitutto, è il Codice della Strada a disciplinare il soccorso stradale.

L’articolo 189 del sopracitato codice dispone che: “In caso di incidente, comunque ricollegabile al suo comportamento, il conducente ha l’obbligo di fermarsi e di prestare assistenza a coloro che, eventualmente, abbiano subìto danno alla persona”.

Estendendo invece la fattispecie non solo a chi ha causato l’incidente, ma a tutti i cittadini, entra in gioco l’articolo 593:

“Chiunque (…) trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’Autorità (…) è punito con la reclusione fino a un anno e con multa fino a 2.500 euro. Se da siffatta condotta del colpevole deriva la morte, la pena è raddoppiata”.

Per quanto riguarda le sanzioni, sempre il Codice della Strada dispone che:

“In caso di incidente con danno alle sole cose, chi non ottempera all’obbligo di fermarsi è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 272 a 1.088 euro. Chi, invece, in caso di incidente con danno alle persone, non rispetta l’obbligo di fermarsi è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la sospensione della patente da 1 a 3 anni”.

“Il conducente che si sia dato alla fuga è in ogni caso passibile di arresto (articolo 381 del Codice di procedura penale), a meno che nelle 24 ore successive al fattaccio si metta a disposizione della Polizia giudiziaria. A costui verrà contestato anche il reato di omissione di soccorso (articolo 189 comma 7 del Codice della strada) per non aver prestato assistenza alle persone ferite”.

“Chi, poi, non ottempera all’obbligo di prestare assistenza alle persone ferite (omissione di soccorso) è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la sospensione della patente da 18 mesi a 5 anni. è possibile il concorso tra le due ipotesi di reato (fuga e omissione di soccorso). Inoltre, è disposta la confisca di un ciclomotore o motoveicolo adoperato per commettere un reato”.

Tecniche di soccorso

Le modalità con cui procedere possono variare al variare della fattispecie in cui ci si trova. Nel caso in cui non ci si trovi in una situazione con pericolo di morte imminente, l’ideale è chiamare subito i soccorsi del 118, in modo tale che sia il personale specializzato ad operare con le dovute conoscenze e le dovute cautele.

Diverse discorso riguarda invece le fattispecie in cui il ferito è in pericolo di vita imminente: in questo caso la vita del ferito è nelle mani del primo soccorritore.
Nel caso in cui, ad esempio, il  ferito sia impossibilitato ad uscire autonomamente dall’abitacolo e si trovi in pericolo di vita, si possono adottare i seguenti passi:

  • far passare un avambraccio sotto l’ascella del ferito, afferrargli il mento e bloccargli la testa contro la propria spalla;
  • passare l’altro avambraccio sotto l’altra ascella e afferrare il polso del ferito appoggiandolo sull’addome;
  • adagiare la testa del ferito contro la propria spalla e cercare di sostenerlo saldamente;
  • retrocedere tenendo ben ferma la testa del ferito.

Una volta compiute le operazioni descritte occorre in ogni caso procedere con la chiamata al 118.

Altra situazione critica è quella in cui il ferito presenti gravi emorragie. Anche in questo caso è bene intervenire ancor prima di chiamare il 118.

Le emorragie più gravi sono quelle relative alla lesione di una vena o di una arteria. In caso di grave emorragia, soprattutto se arteriosa, la vita del ferito è nelle mani del primo soccorritore che deve procedere senza esitare: nei casi più gravi la situazione può diventare irreparabile in pochi minuti.

A chiamare soccorsi qualificati si procederà poi, dopo aver tamponato l’emorragia. Aspettando l’arrivo del soccorso qualificato, in caso di gravi emorragie è necessario:

  • Sdraiare il ferito;
  • Sollevare l’arto infortunato;
  • Applicare una fasciatura compressiva o procedere con la compressione digitale a distanza;
  • Porre l’infortunato in posizione antishock (supino con le gambe sollevate) e tranquillizzarlo.

Conclusioni

Come visto, il primo soccorso è disciplinato per legge, e l’omissione può comportare sanzioni anche pesanti nei confronti dei cittadini o di chi è coinvolto nell’incidente.
Il comportamento del soccorritore varia a seconda della specifica situazione, ed è sicuramente fondamentale chiamare i soccorsi del 118.
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La strada Europea E45, dall’Italia alla Norvegia: l’approfondimento

Introduzione

C’è una grande strada sconosciuta a tanti che permette di attraversare mezza Europa passando dalla nostra Italia fino ad arrivare addirittura in Norvegia.

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Nel proseguo dell’articolo parleremo di questa imponente strada e di quali località è possibile attraversare lungo tutto il suo percorso.

Strada Europea E45: generalità

La strada europea E45 è un asse viario misto di classe A, che attraversa la dorsale europea nord/sud, da Alta, nella contea di Finnmark, in Norvegia, ed attraversando Finlandia, Svezia, Danimarca, Germania, ed Austria si arriva a Gela, nella regione Sicilia, in Italia.

Il percorso complessivo è di 5190 km, che si snodano attraverso i territori dei seguenti Paesi europei: Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca, Germania, Austria e Italia; l’asse è misto, autostradale, stradale e marittimo. L’itinerario comprende due attraversamenti marittimi mediante traghetti, il primo tra Svezia e Danimarca, il secondo tra la parte continentale dell’Italia e la Sicilia, dove la strada termina.

Come si sviluppa nel territorio italiano

In Italia la Strada Europea E45 si sviluppa sui principali nastri autostradali e stradali che collegano il Paese da nord a sud in quasi tutta la sua lunghezza. L’E45 è di fatto la spina dorsale di tutta la rete.

Si parte con l’A22 Brennero-Modena che dal confine con l’Austria affonda nel cuore dell’Emilia. Da Modena si va a Bologna l’ungo il tratto dell’A1 per poi passare nell’A14 Bologna-Cesena, nel cuore della Riviera Romagnola. A Cesena si prende l’SS3 bis Cesena-Perugia-Terni e si prosegue lungo la SS675 fino ad Orte. Si ritorna sulla A1 Orte-Napoli e poi l’A3 Napoli-Salerno.

L’ultimo tratto continentale dell’E45 è Salerno-Villa San Giovanni sulla A2 che porta all’imbarco per la Sicilia dove si affronta il secondo passaggio marittimo di tutto il percorso. Salpati alla volta dell’isola, si scende a Messina dove l’A18 conduce fino a Catania, poi la si lascia per RA15: San Gregorio di Catania-Passo Martino, Aut. CT-SR: Catania-Augusta/Villasmundo, SS114: Augusta/Villasmundo-Siracusa. A Siracusa torna principale l’A18 fino a Modica dove l’SS115 conclude l’intero itinerario a Gela.

Una struttura imponente che collega praticamente la Sicilia al Nord Europa. Per chi vuole attraversare il Vecchio Continente sulle quattro ruote (sia in automobile che in camper o in motocicletta) può essere una piacevole scoperta.

Conclusioni

Abbiamo riassunto quindi brevemente i principali aspetti della strada E45 ed i paesi da essa attraversati, con un focus specifico sull’Italia.
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Ripasso sui segnali di divieto: indicazioni e aspetto visivo

Introduzione

Qualsiasi automobilista dotato di patente non può non avere una buona conoscenza della segnaletica stradale. Tra i segnali, assumono notevole importanza i segnali divieto, i quali hanno appunto la funzione di imporre un divieto all’utente della strada in particolari luoghi e circostanze.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sito, chiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo ci focalizzeremo proprio su questa categoria di segnali, spiegando come sono riconoscibili e illustrando il significato dei cartelli più importanti.

Classificazione dei segnali

I segnali di divieto rientrano nella più grande famiglia della segnaletica verticale. Il Codice della Strada afferma che la segnaletica verticale prevale su quella orizzontale e prevede diverse tipologie di segnali verticali in base alla forma, al colore e all’immagine all’interno di ogni cartello. Possiamo suddividere i segnali verticali nei seguenti sottogruppi:

  • segnali di precedenza;
  • segnali di pericolo
  • segnali di divieto;
  • segnali di obbligo.

Segnali di divieto: generalità

I segnali di divieto indicano specifici comportamenti che l’automobilista non può tenere mentre si trova alla guida della propria vettura.
Questi segnali sono caratterizzati da specifica forma e colore: la forma è nella maggior parte dei casi circolare, mentre per guarda la colorazione è solitamente contraddistinta da bordo rosso su sfondo bianco con il simbolo di riferimento nero. Esistono anche alcune eccezioni, e queste sono rappresentate dai cartelli rettangolari relativi alla fermata, alla sosta e al parcheggio dei veicoli (come, ad esempio, il divieto di sosta ed il divieto di fermata).

Per quanto riguarda il posizionamento, i segnali di divieto devono essere installati in corrispondenza o il più vicino possibile al punto in cui inizia lo specifico divieto, ma possono essere preceduti – a condizione che vi sia un pannello integrativo di distanza – da un analogo segnale con funzione di preavviso.

Principali segnali di divieto

I segnali di divieto si dividono in generici e specifici: i primi si riferiscono a tutti i veicoli, mentre i secondi si riferiscono solo a categorie di veicoli o a particolari categorie di utenti.

Tra i segnali di divieto generici più importanti troviamo:

divieto di transito: che indica il divieto di transitare in una determinata area;
divieto di sorpasso: indica il divieto di sorpassare i veicoli a motore;
distanziamento minimo obbligatorio, che impone il divieto di seguire il veicolo che precede ad una distanza inferiore a quella indicata;
limite massimo di velocità, che indica il tetto massimo che si può raggiungere in un determinato tratto di strada in termini di velocità;
divieto di sosta: indica i luoghi dove è stato disposto il divieto di sosta dei veicoli;
divieto di fermata: indica i luoghi dove sono vietate la sosta e la fermata e, comunque, qualsiasi momentaneo arresto volontario del veicolo.

Tra i segnali di divieto specifici più importanti troviamo, ad esempio:

divieto di sorpasso per i veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 t, che indica il divieto di sorpassare veicoli a motore per i veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 t, indicata sulla carta di circolazione e non adibiti a trasporto di persone;

transito vietato ai veicoli a trazione animale; transito vietato ai pedoni; transito vietato alle biciclette (indica il divieto di transito per i velocipedi); transito vietato ai motocicli; transito vietato agli autobus.

Conclusioni

Come visto, i segnali di divieto sono imprescindibili per garantire il rispetto delle norme stradali ed è buona norma cercare di riconoscere il loro significato.
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La categoria dei segnali di pericolo: cosa significano e come riconoscerli

Introduzione

Qualsiasi automobilista dotato di patente non può non avere una buona conoscenza della segnaletica stradale. Tra i segnali, assumono notevole importanza i segnali di pericolo, i quali hanno appunto la funzione di preavvisare l’utente della strada dell’esistenza di situazioni di pericolo a breve distanza.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sito, chiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo ci focalizzeremo proprio su questa categoria di segnali, spiegando come sono riconoscibili e illustrando il significato dei cartelli più importanti.

Classificazione dei segnali

I segnali di pericolo rientrano nella più grande famiglia della segnaletica verticale. Il Codice della Strada afferma che la segnaletica verticale prevale su quella orizzontale e prevede diverse tipologie di segnali verticali in base alla forma, al colore e all’immagine all’interno di ogni cartello. Possiamo suddividere i segnali verticali nei seguenti sottogruppi:

  • segnali di precedenza;
  • segnali di pericolo
  • segnali di divieto;
  • segnali di obbligo.

Segnali di pericolo: generalità

I segnali di pericolo hanno la funzione di avvisare i protagonisti della strada dell’esistenza di situazioni di pericolo a breve distanza dal punto in cui è installato il segnale, situazioni non percepibili con tempestività da un conducente che osservi le normali regole di prudenza. Dunque, in presenza di un segnale di pericolo, i conducenti devono tenere un comportamento prudente.

I segnali di pericolo sono riconoscibili dalla peculiare forma a triangolo equilatero con un vertice diretto verso l’alto ed i colori usati di solito i colori bianco, rosso e nero.

La figura riportata sul segnale indica la natura del pericolo e solitamente il codice della strada prevede una distanza di 150 metri tra il segnale di pericolo e il pericolo segnalato. Nei casi in cui non sia possibile rispettare la distanza di posizionamento stabilita dal Codice della strada, sotto il segnale deve esservi un pannello integrativo che indichi l’effettiva distanza dal pericolo segnalato.

I principali segnali di pericolo

Segnale di dosso: segnala una variazione altimetrica convessa della strada, riducendo la visibilità.

Segnale di strada deformata: indica un tratto di strada in cattivo stato o irregolare, una situazione che potrebbe aumentare il rischio di sbandamento. 

Segnale di cunetta: indica un tratto di strada con un avvallamento seguito da una salita, che può allagarsi in caso di pioggia. 

Segnale di attraversamento pedonale: segnala un tratto di strada predisposto per l’attraversamento dei pedoni (generalmente integrato dalla presenza di apposite strisce pedonali), in presenza del quale bisogna rallentare.

Segnale di attenzione ai bambini: indica la possibilità di attraversamento da parte dei bambini, solitamente in zone frequentati da bambini, come parchi o scuole.

Segnale di curva pericolosa a destra o a sinistra: segnala tratti di strada non rettilinei con visibilità ridotta. 

Segnale di banchina pericolosa: indica la presenza di una banchina cedevole, con il rischio per il conducente di cadere nella cunetta laterale.

Segnale di strada sdrucciolevole: preannuncia un tratto di strada con superficie scivolosa in particolari condizioni climatiche, come pioggia o ghiaccio.

Segnale di passaggio a livello con barriere o semibarriere: segnala un attraversamento ferroviario protetto, solitamente a 150 metri dal passaggio.

Senza di passaggio a livello con barriere: indica un attraversamento ferroviario privo di protezioni. È obbligatorio fermarsi se sono accese luci rosse lampeggianti o se ci sono segnali acustici.

Conclusioni

Come visto, sono svariati i segnali di pericolo, ed è buona prassi per gli automobilisti conoscerli tutti.
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Approfondimento sui segnali di precedenza: colore, forma e indicazioni

Introduzione

Qualsiasi automobilista dotato di patente non può non avere una buona conoscenza della segnaletica stradale. Tra i segnali, assumono notevole importanza i segnali di precedenza, che informano appunto gli utenti della strada di dover dare, oppure di avere, la precedenza.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sito, chiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo ci focalizzeremo proprio su questa categoria di segnali, spiegando come sono riconoscibili e illustrando il significato dei cartelli più importanti.

Classificazione dei segnali

I segnali di precedenza rientrano nella più grande famiglia della segnaletica verticale. Il Codice della Strada afferma che la segnaletica verticale prevale su quella orizzontale e prevede diverse tipologie di segnali verticali in base alla forma, al colore e all’immagine all’interno di ogni cartello. Possiamo suddividere i segnali verticali nei seguenti sottogruppi:

  • segnali di precedenza;
  • segnali di pericolo
  • segnali di divieto;
  • segnali di obbligo.

Segnali di precedenza: generalità

II segnali che appartengono a questa famiglia, al contrario, ad esempio, dei segnali di obbligo, non hanno la stessa forma né colori comuni.

I segnali di precedenza si dividono in due classi:

  • quelli che impongono ai conducenti l’obbligo di dare la precedenza;
  • quelli che, in maniera diametralmente opposta, indicano ai conducenti il diritto di precedenza.

Segnali di dare precedenza

Segnale di dare precedenza: il segnale dare precedenza è rappresentato da un cartello con forma di triangolo dal vertice verso il basso, su fondo bianco bordato di rosso. Questo segnale indica l’obbligo per il conducente di dare la precedenza ai veicoli che circolano nei due sensi sulla strada sulla quale ci si sta per immettere o che si va ad attraversare.

Segnale di fermarsi e dare precedenza: Il segnale fermarsi e dare precedenza è di forma ottagonale a fondo rosso bordato di bianco con la scritta “STOP” (per questo è conosciuto nel gergo comune come “STOP”). Questo segnale obbliga a fermarsi in corrispondenza della striscia trasversale di arresto, anche in presenza di semaforo a luce lampeggiante gialla, e a dare la precedenza agli altri veicoli, sia che provengano da destra che da sinistra.

Segnale di intersezione con precedenza a destra: il segnale di ‘intersezione con precedenza a destra’, caratterizzato da una sorta di triangolo con X al centro, è installato sulle strade extraurbane per presegnalare un’intersezione tra due o più strade per le quali vige la regola generale della precedenza a destra. Nei centri abitati può essere usato solo quando le condizioni del traffico ne consigliano l’impiego per motivi di sicurezza.

Segnali di diritto di precedenza

Segnale di intersezione con diritto di precedenza: il segnale di ‘intersezione con diritto di precedenza’ preannuncia un incrocio con strade di minore importanza, cioè un incrocio in cui si ha la precedenza sui veicoli provenienti dalle strade secondarie.

Segnale di diritto di precedenza: il segnale diritto di precedenza (giallo bordato di bianco) indica che in un tratto di strada gode del diritto di precedenza.

Segnale di diritto di precedenza nei sensi unici alternati: è un segnale di forma quadrata con fondo blu e due frecce verticali al centro (rossa e bianca) posizionate su direzioni opposte. Questo segnale precede una strettoia che permette il transito di una sola fila di veicoli, consentendo pertanto di avere precedenza rispetto ai veicoli provenienti dal senso opposto. Può essere posto in una strada con una parte della carreggiata chiusa per lavori, oppure dov’è presente una strettoia.

Conclusioni

Come visto, sono svariati i segnali di precedenza, ed è buona prassi per gli automobilisti conoscerli tutti.
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Focus sui segnali di obbligo: colore, forma e indicazioni

Introduzione

Tra le principali nozioni che ogni automobilista deve avere, sicuramente rientra anche la conoscenza della segnaletica stradale. Tra i segnali, assumono notevole importanza i segnali di obbligo, che prescrivono appunto uno specifico obbligo per il conducente.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sito, chiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo ci focalizzeremo proprio su questa categoria di segnali, spiegando come sono riconoscibili e illustrando il significato dei cartelli più importanti.

Classificazione dei segnali

I segnali di obbligo rientrano nella più grande famiglia della segnaletica verticale. Il Codice della Strada afferma che la segnaletica verticale prevale su quella orizzontale e prevede diverse tipologie di segnali verticali in base alla forma, al colore e all’immagine all’interno di ogni cartello. Possiamo suddividere i segnali verticali nei seguenti sottogruppi:

  • segnali di precedenza;
  • segnali di pericolo
  • segnali di divieto;
  • segnali di obbligo.

Segnali d’obbligo: come riconoscerli

I segnali d’obbligo, insieme a quelli di divieto e di precedenza, fanno parte della più grande macrocategoria dei segnali di prescrizione, ossia tutti quei cartelli stradali che danno delle disposizioni o dei comandi. 
Sono quasi tutti caratterizzati dalla forma circolare e dal colore bianco su sfondo azzurro.

Segnali di obbligo di direzione

I segnali di obbligo di direzione sono posti in corrispondenza di un incrocio e indicano l’unica direzione consentita al conducente, che a seconda del tipo di segnale può essere diritta, a sinistra o a destra. I cartelli che prescrivono l’obbligo di direzione a sinistra o a destra sono solitamente preceduti dai corrispondenti segnali di preavviso di direzione obbligatoria. I segnali di preavviso di direzione obbligatoria a sinistra o a destra precedono un incrocio ove è obbligatorio, appunto, svoltare in una delle due direzioni. Quindi in presenza di questi cartelli non è mai consentito proseguire diritto. Entrambi i segnali possono essere integrati col pannello che indica la distanza dal punto in cui vige l’obbligo.

Segnali di obbligo di limite minimo di velocità

Il segnale stradale di limite minimo di velocità vieta ai conducenti di procedere a una velocità inferiore a quella indicata. Ma non solo: vieta anche il transito ai veicoli che per le loro caratteristiche costruttive non siano in grado di raggiungere quella velocità. Questo segnale ha anche il corrispondente cartello di fine prescrizione, uguale ma con una banda rossa trasversale

Altri segnali d’obbligo

Ci sono poi tutta un’altra serie di segnali d’obbligo, tra i quali:

  • Obbligo di catene da neve: indica che la circolazione è consentita solo ai veicoli muniti di catene o pneumatici invernali.
  • -Obbligo di circolazione rotatoria: indica la presenza di un incrocio nel quale la circolazione è regolata da rotatoria e di conseguenza deve avvenire secondo il verso indicato dalle frecce.
  • Obbligo di percorso pedonale o pista ciclabile: il segnale di percorso pedonale indica un’area destinata al transito dei soli pedoni e sul quale tutti gli altri tipi di veicoli non possono transitare. Il segnale di pista ciclabile indica un percorso, una corsia o un itinerario riservato soltanto alle biciclette, con esclusione di tutti gli altri veicoli e anche di pedoni e animali.

Conclusioni

Come visto, i segnali d’obbligo sono tanto importanti quanto variegati, ed è buona norma cercare di riconoscere il loro significato.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi della nostra autoscuola puoi contattarci o venire direttamente a trovarci in sede.

Patente nautica, focus sui quiz: i dettagli e gli argomenti

Introduzione

Così come per la guida in strada esistono svariate patenti per i vari tipi di mezzi da condurre, anche in mare occorre possedere la patente nautica per potersi mettere alla guida di un’imbarcazione.
Questa volta ci concentreremo in particolare sulla parte dei quiz teorici, indispensabili per poter poi conseguire la licenza.

L’Autoscuola.net, oltre alle patenti per la guida su strada (dalla classica patente B fino alle patenti professionali), ti permette di conseguire la tua patente nautica in tempi brevi per poter navigare in tutta sicurezza. Contatta la nostra scuola guida di Cagliari: metteremo a tua disposizione istruttori capaci e un’imbarcazione di qualità per fare pratica.

Per questo, nel proseguo dell’articolo spiegheremo la struttura dei quiz ed elencheremo gli argomenti trattati.

Navigazione entro le 12 miglia dalla costa

Occorre innanzitutto distinguere tra navigazione entro le 12 miglia dalla costa e navigazione senza limiti. Partiamo dalla navigazione entro le 12 miglia dalla costa.

Nel caso in cui si stia conseguendo l’abilitazione relativa alle sole unità da diporto a motore, occorre superare due prove:

  • quiz teorico su elementi di carteggio nautico: 5 quesiti a risposta singola (promozione con min. 4 risposte esatte). Durata 20 minuti.
  • quiz base: 20 quesiti a risposta alternativa (promozione con min. 16 risposte esatte). Durata 30 minuti.

Nel caso in cui si stia conseguendo l’abilitazione relativa alle unità da diporto a motore, a vela, ed a propulsione mista, occorre superare tre prove:

  • quiz teorico su elementi di carteggio nautico: 5 quesiti a risposta singola (promozione con min. 4 risposte esatte). Durata 20 minuti.
  • quiz base: 20 quesiti a risposta alternativa (promozione con min. 16 risposte esatte). Durata 30 minuti.
  • quiz vela: 5 quesiti a risposta singola (promozione con min. 4 risposte esatte). Durata 15 minuti.

Navigazione senza limiti

Passiamo ora alla navigazione senza limiti.
Nel caso in cui si stia conseguendo l’abilitazione relativa alle sole unità da diporto a motore, occorre superare due prove:

  • prova di carteggio nautico: 4 quesiti indipendenti (promozione con min. 3 risposte esatte). Durata 60 minuti.
  • quiz base (in assenza di abilitazione entro le 12 miglia) : 20 quesiti a risposta alternativa (promozione con min. 16 risposte esatte). Durata 30 minuti.

Nel caso in cui si stia conseguendo l’abilitazione relativa alle unità da diporto a motore, a vela, ed a propulsione mista, occorre superare tre prove:

  • prova di carteggio nautico: 4 quesiti indipendenti (promozione con min. 3 risposte esatte). Durata 60 minuti.
  • quiz base (in assenza di abilitazione entro le 12 miglia): 20 quesiti a risposta alternativa (promozione con min. 16 risposte esatte). Durata 30 minuti.
  • quiz vela: 5 quesiti a risposta singola (promozione con min. 4 risposte esatte). Durata 15 minuti.

Argomenti

Passiamo agli argomenti dei quiz, in modo tale da capire su quali temi occorre prepararsi per poter passare con successo l’esame. L’estrazione e la distribuzione dei quesiti in ogni singola scheda d’esame avviene secondo criteri di casualità che garantiscono quindi la differenziazione delle singole schede. I quiz di ogni scheda del quiz base vengono estratti secondo lo schema rappresentato dalla figura a lato: 

Conclusioni

Come visto, la tipologia di prove da affrontare cambia a seconda del tipo di patente nautica che si intende conseguire: può variare sia il numero di prova che la durata della singola prova.
Per qualsiasi info o chiarimento ti ricordiamo che puoi contattarci compilando il nostro form online, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Pannelli luminosi, colonnine e altri elementi: tutti i segnali luminosi oltre i semafori

Introduzione

I segnali luminosi più conosciuti nell’immaginario collettivo degli automobilisti sono sicuramente i semafori. Tuttavia, oltre ad essi esistono tanti altri segnali luminosi meno conosciuti ma comunque importanti, e chi ha la patente dovrebbe riconoscerli e saperli interpretare nel modo corretto.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, ti ricordiamo che L’Autoscuola.net presenta un’ampia offerta di servizi, che spaziano dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi informazione o chiarimento sui nostri servizi, ti consigliamo di contattarci tramite il form sul nostro sito, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo approfondiremo proprio questi segnali luminosi meno comuni o, comunque, meno conosciuti dagli automobilisti.

Codice della Strada: tipi di segnali luminosi

Partiamo dalle tipologie di segnali luminosi indicate direttamente dal nostro Codice della Strada. L’articolo 41 recita che i segnali luminosi si suddividono principalmente nelle seguenti categorie:

  • lanterne semaforiche, che possono essere a loro volta suddivise in: lanterne semaforiche veicolari normali; lanterne semaforiche veicolari di corsia; lanterne semaforiche per i veicoli di trasporto pubblico; lanterne semaforiche pedonali; lanterne semaforiche per velocipedi; lanterne semaforiche veicolari per corsie reversibili; lanterna semaforica gialla lampeggiante; lanterne semaforiche speciali;
  • tabelloni luminosi rilevatori della velocità in tempo reale dei veicoli in transito;
  • segnali luminosi particolari.

Sempre il Codice della Strada dispone che tutti i segnali e dispositivi luminosi previsti sono soggetti ad omologazione da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, previo accertamento del grado di protezione e delle caratteristiche geometriche, fotometriche, cromatiche e di idoneità indicati dal regolamento e da specifiche normative.

Segnali luminosi rilevatori di velocità

Si tratta di segnali luminosi a scopo dissuasivo, in maniera tale da fare in modo che l’automobilista, constatando nel pannello la propria velocità, moderi l’andamento se questo eccede i limiti di legge in quel tratto di strada.
Solitamente, sono accoppiati ad un cartello che indica proprio il limite di velocità in quel tratto di strada e dalla scritta (sempre apposta sul display) “RALLENTA”.

Segnali luminosi particolari: i pannelli a messaggio variabile

Ci sono poi i segnali luminosi particolari, che comprendono: pannelli a messaggio variabile, colonnine luminose, segnali incassati nella carreggiata o nei bordi di marciapiede delle isole di canalizzazione, degli spartitraffico e dei salvagente, delineatori di margine luminosi).

Colonnine e segnali incassati nella carreggiata hanno un’utilità nota alla stragrande maggioranza degli automobilisti, e permettono di evidenziare eventuali ostacoli, bordo strada, o svolte pericolose.Più curioso è invece l’utilizzo dei pannelli  luminosi a messaggio variabile. I pannelli luminosi sono posti solitamente in alto sopra la carreggiata, appoggiati ai cavalcavia o montati su appositi sostegni, con funzioni primarie di informazione.

I casi preponderanti sono quelli che indicano, in autostrada, le possibilità di code da traffico intenso o le chiusure dei caselli. In caso non ci siano anomalie da segnalare vengono invece utilizzati per ricordare agli automobilisti le regole del Codice della strada o per invitarli ad una guida prudente.

La direttiva 3/07/1998 n. 3929 del Ministero dei lavori pubblici individua 3 tipi di pannelli a messaggio variabile (PMV) ed esplicita le procedure di omologazione dei PMV posti lungo le autostrade e le strade extraurbane principali. I 3 tipi di PMV sono:

  • PMV composti da un pittogramma: sono equiparati a tutti gli effetti a un normale segnale verticale;
  • PMV composti da un testo alfanumerico: non sono soggetti a vincoli specifici del Codice della strada ma devono essere leggibili sempre in condizioni di sicurezza;
  • PMV compositi composti da pittogrammi e da un testo alfanumerico.

In talune città sono presenti segnali luminosi che indicano la disponibilità di parcheggio, particolari eventi locali quali fiere o spettacoli, o ancora l’itinerario migliore per raggiungerli. L’articolo 170 del Regolamento di Attuazione del Codice della strada prescrive, in particolare, che:

  • L’uso dei segnali a messaggio variabile è consentito solo per fornire all’utente indicazioni utili per la guida dei veicoli o indicazioni di pericolo o di prescrizione, in corrispondenza di luoghi ove tali indicazioni possono variare nel tempo;
  • I segnali luminosi a messaggio variabile devono essere visibili in qualunque situazione di luce d’ambiente e non devono provocare fenomeni di abbagliamento.

Conclusioni

Come visto, non esistono soltanto i più conosciuti semafori ma anche altri tipi di segnali luminosi, ciascuno con la sua utilità e con il suo significato.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi de L’Autoscuola.net puoi contattarci tramite il form online, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Le indicazioni dei vigili urbani: quali gesti utilizzano e cosa significano

Introduzione

Può capitare che, in determinate circostanze o in determinati luoghi, la circolazione sia regolata non dai più classici semafori ma dalle indicazioni dei vigili urbani in persona. Il significato della gestualità dei vigili urbani viene studiato nelle lezioni preparatorie all’esame di teoria e chi ha conseguito la patente ha quindi sicuramente trattato questo tema.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, la nostra autoscuola mette a disposizione un’offerta vasta, passando dalla classica patente B per le automobili, fino alle patenti per camion e pullman.
Per qualsiasi informazione o chiarimento sui nostri 
servizi, ti consigliamo di contattarci tramite il nostro sitochiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso la nostra sede.

Per questo, nel proseguo dell’articolo faremo un ripasso di quelle che sono le principali indicazioni e gestualità utilizzate dai vigili per regolare il traffico e come occorre interpretarle.

Vigile a braccia aperte di fronte a noi

Occorre innanzitutto precisare che, come prescritto dal Codice della Strada, le indicazioni sulla circolazione stradale fornite dalle Forze dell’ordine prevalgono sopra ogni altra prescrizione stradale.
La prima posizione che prendiamo in considerazione è quella del vigile a braccia aperte nella nostra direzione: questa posizione equivale a un semaforo rosso, e quindi all’obbligo per il conducente di arrestare il veicolo.

Vigile a braccia aperte di profilo

Quando invece il vigile si trova di profilo rispetto alla nostra posizione con le braccia aperte, questo equivale ad un semaforo verde. Il conducente può quindi impegnare l’incrocio e svoltare, sempre con la dovuta prudenza, sia a destra sia a sinistra.

Vigile con braccio alzato

Se il vigile ha un braccio alzato come in figura, bisogna liberare velocemente l’incrocio, se già è stato impegnato. Se l’incrocio non è stato impegnato, bisogna arrestarsi prima dell’incrocio senza creare pericolo.
La posizione del vigile in figura equivale alla luce gialla fissa del semaforo.

Vigile con braccia ad angolo retto

 Il vigile disposto con le braccia ad angolo retto come in figura consente la svolta a sinistra e a destra ai veicoli che arrivano dalla sua sinistra.
Il vigile disposto con le braccia ad angolo retto come in figura vieta di proseguire diritto ai veicoli che vengono dalle sue spalle, ferma i veicoli che arrivano dalla sua destra.

Conclusioni

Come visto, sono diverse le posizioni che i vigili possono assumere per regolare la circolazione stradale, ognuna con i suoi significati e quindi con diverse prescrizioni nei confronti degli attori della strada.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi offerti dalla nostra autoscuola puoi contattarci compilando il form online, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci in sede.

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