Vetro auto scheggiato: cosa fare e quali sanzioni prevede il Codice della Strada

Introduzione

Un parabrezza danneggiato non è solo un inconveniente estetico, ma può rappresentare un grave rischio per la sicurezza stradale. Anche una piccola crepa può compromettere la visibilità e la struttura del veicolo, aumentando il pericolo di incidenti.
Se possiedi una patente ed un veicolo, potresti trovarti malauguratamente in questa situazione.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sitochiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

In questi casi è importante sapere affrontare prontamente il problema per evitare che si trasformi in un danno più grave e conoscere i rischi che si corrono in ambito legislativo.

Come Prevenire i Danni al Parabrezza

Prevenire è sempre meglio che curare. Alcuni accorgimenti quotidiani possono ridurre il rischio di danneggiare il parabrezza. Prima di tutto, è essenziale controllare periodicamente lo stato dei tergicristalli. Assicurati che siano in buone condizioni e che liberino correttamente il vetro da polvere e detriti. Inoltre, quando utilizzi i tergicristalli, evita di premere troppo sul parabrezza, poiché questo potrebbe causare micro-crepe.
Inoltre, è importante fare attenzione agli oggetti che potrebbero danneggiare il parabrezza, come detriti o sassi, specialmente quando si percorrono strade sterrate o poco curate. Un piccolo sasso lanciato ad alta velocità può creare una scheggiatura che, con il tempo, si trasformerà in un danno più grande.
Infine, per evitare danni dovuti a sbalzi termici, cerca di evitare di passare da temperature molto calde a fredde, o viceversa, all’interno dell’abitacolo. Gli sbalzi termici possono aumentare la pressione sul parabrezza e causare crepe.

Come Riparare o Sostituire un Parabrezza Danneggiato

Affrontare tempestivamente un parabrezza danneggiato è fondamentale per garantire la sicurezza. In molti casi, è possibile riparare il danno senza dover sostituire l’intero vetro. Le moderne tecnologie permettono di risolvere rapidamente i danni minori, ma se la crepa è troppo grande o la visibilità compromessa, la sostituzione diventa l’unica soluzione sicura. Ignorare il problema potrebbe portare a complicazioni più gravi.

I Rischi di un Parabrezza Danneggiato

Un parabrezza scheggiato può sembrare un danno minore, ma ha effetti significativi sulla sicurezza. La visibilità è uno degli aspetti più critici nella guida, e anche una piccola crepa può distorcere la vista, aumentando il rischio di incidenti, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità. Inoltre, il parabrezza è parte integrante della struttura del veicolo e contribuisce alla sua resistenza in caso di collisione. Un parabrezza danneggiato riduce questa protezione, aumentando il rischio di gravi lesioni in caso di incidente.
Un altro rischio è la crescita del danno nel tempo. Vibrazioni, urti e sbalzi termici possono estendere la crepa, portando alla rottura completa del vetro. Ciò potrebbe accadere durante la guida, mettendo a rischio la sicurezza del conducente e dei passeggeri.

Le Sanzioni del Codice della Strada

Secondo l’articolo 79 del Codice della Strada, circolare con il parabrezza danneggiato è vietato. La normativa prevede multe che vanno da 85 a 335 euro, con un aggravio della sanzione fino a 168 euro e la decurtazione di punti dalla patente se il controllo avviene in autostrada. Inoltre, un parabrezza danneggiato può impedire di superare la revisione del veicolo, bloccando la possibilità di circolare fino alla riparazione o sostituzione del vetro.

Conclusioni

In sintesi, un parabrezza danneggiato è molto più di un semplice inconveniente estetico. Può compromettere la visibilità, ridurre la resistenza strutturale del veicolo e aumentare il rischio di incidenti. È quindi essenziale intervenire tempestivamente.
Sperando di essere stati d’aiuto, ti ricordiamo che per qualsiasi info sui servizi della nostra Autoscuola puoi contattarci tramite il nostro sito, telefonicamente, o venire direttamente a trovarci in sede.

Frizione auto: come funziona e consigli su come preservarla nel tempo

Introduzione

Quando si guida un’auto con trasmissione manuale, può capitare di notare difficoltà nel cambiare marcia o una sensazione di sforzo durante il sorpasso o in salita. Questi sintomi, spesso, sono segno di problemi alla trasmissione, in particolare alla frizione. Per chi possiede la patente ed un’auto a cambio manuale è quindi importante riconoscere se la frizione è usurata.

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 Ma come si riconosce se la frizione è consumata o danneggiata? In questo articolo esploreremo come funziona la frizione, quali problemi può presentare e quali sono i segnali di malfunzionamento da non sottovalutare.

Frizione: principi di funzionamento

Il funzionamento della frizione è piuttosto semplice. Quando si preme il pedale della frizione, il movimento viene trasmesso al cuscinetto reggispinta, che spinge all’indietro lo spingidisco. Questo allontana il disco frizione dal volano, interrompendo il collegamento tra il motore e il cambio, consentendo di cambiare marcia. Quando il pedale viene rilasciato, lo spingidisco preme nuovamente il disco frizione contro il volano, riattivando il trasferimento di movimento al cambio.

Frizione: struttura

La frizione di un’auto con trasmissione manuale è composta da tre principali componenti:

1.Il disco frizione: una parte rivestita con materiale d’attrito simile a quello delle pastiglie dei freni.

2.Lo spingidisco: un insieme di lamelle collegate a un disco di acciaio.

3.Il cuscinetto reggispinta (o disinnesto): che può essere meccanico o idraulico, è il componente che permette di staccare il disco frizione dal volano.

In alcuni veicoli, si può trovare anche un volano bi-massa, che ha la funzione di ridurre le vibrazioni trasmesse dal motore, migliorando il comfort di guida. Quando si sostituisce la frizione, è consigliabile, se necessario, sostituire anche il volano o farlo rettificare per evitare ulteriori problemi.

Frizione: problemi

Ci sono vari segnali che possono indicare un malfunzionamento della frizione. Ecco i più comuni:

               •             Puzza di bruciato: Indica un eccessivo scivolamento del disco frizione, che potrebbe danneggiare lo spingidisco, causando macchie azzurre sulla sua superficie.

               •             Pedale duro: Se il pedale risulta difficile da premere, potrebbe esserci un problema con le lamelle dello spingidisco, richiedendo la sostituzione dell’intero sistema frizione.

               •             Pedale che rimane giù: Potrebbe essere un segno di perdita di pressione nel sistema idraulico (se la frizione è idraulica), in tal caso, sarà necessario sostituire il servo-frizione.

               •             Slittamento del motore durante l’accelerazione: Se il motore accelera ma la velocità dell’auto non aumenta proporzionalmente, potrebbe esserci una perdita d’olio dal paraolio dell’albero motore, che causa lo slittamento del disco frizione.

Frizione: come preservarla

La durata della frizione dipende in gran parte dallo stile di guida e dal tipo di percorso. Chi guida principalmente in città, con frequenti stop e ripartenze, potrebbe dover sostituire la frizione già dopo 70.000-80.000 chilometri. Al contrario, chi percorre principalmente autostrade potrebbe arrivare anche oltre i 150.000 chilometri senza problemi.

Per aumentare la durata della frizione, è consigliabile:

               •             Evitare di tenere il piede sul pedale della frizione quando non è necessario.

               •             Cercare di ridurre al minimo il fenomeno dello “slittamento” della frizione, che accade quando si trattiene la frizione mentre si accelera, specialmente nelle partenze in salita.

Conclusioni

Come visto quindi, la frizione è uno degli elementi fondamentali per il corretto funzionamento di un’auto con cambio manuale, e se si notano anomalie come difficoltà nel cambiare marcia o segnali di slittamento del motore, è importante intervenire tempestivamente.
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Gli aribag: tipi e funzioni di questi dispositivi fondamentali per la sicurezza

Introduzione

Chiunque possiede la patente e dispone un’automobile, ha a che fare con veicoli che sono dotati di airbag che aumentano la sicurezza alla guida.

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L’airbag è uno dei sistemi di sicurezza passiva più rivoluzionari nel campo automobilistico. Sebbene oggi si faccia un ampio uso di tecnologie avanzate come i sistemi di monitoraggio e frenata automatica, l’airbag ha rappresentato un punto di svolta nel miglioramento della sicurezza stradale. La sua diffusione ha cambiato radicalmente il modo in cui affrontiamo i rischi di incidenti, riducendo i danni a conducente e passeggeri.

Come Funziona l’Airbag

L’airbag è un dispositivo di sicurezza che si attiva durante un impatto violento. È posizionato in diverse aree dell’abitacolo, come il volante, il cruscotto, i sedili e i lati del tetto. Il funzionamento dell’airbag è legato a un sensore che rileva un’improvvisa decelerazione, interpretandola come un incidente imminente. In meno di un secondo, una centralina attiva un detonatore che gonfia l’airbag, creando una barriera protettiva tra il corpo degli occupanti e le parti dure dell’auto. Per garantire la massima efficienza, è fondamentale che i passeggeri indossino sempre la cintura di sicurezza.

Tipologie di Airbag

Esistono vari tipi di airbag, ognuno progettato per proteggere i passeggeri in specifiche situazioni di incidente:

  • Airbag Frontali: I primi airbag sviluppati, inizialmente posizionati solo nel volante per proteggere il conducente. Successivamente, è stato aggiunto un airbag anche per il passeggero anteriore, integrato nel cruscotto;
  • Airbag Laterali: Questi airbag sono progettati per proteggere gli occupanti in caso di impatti laterali e, più recentemente, anche in caso di ribaltamento del veicolo. Si trovano generalmente nei sedili o nelle portiere e si gonfiano per creare una protezione tra il passeggero e la portiera;
  • Airbag a Tendina: Un tipo di airbag laterale che si estende lungo la parte superiore dell’abitacolo, proteggendo la testa dei passeggeri. Si attiva durante un impatto laterale o un ribaltamento e copre la zona tra la testa e il finestrino;
  • Airbag per le Ginocchia: Posizionati nella parte inferiore del piantone dello sterzo, questi airbag proteggono le gambe del conducente durante uno scontro frontale, riducendo il rischio di lesioni dovute alla proiezione in avanti del corpo;
  • Airbag Esterni: Una novità nelle auto di ultima generazione, questi airbag si attivano in caso di collisione con pedoni o ciclisti. Posizionati sul cofano, si gonfiano per ridurre l’impatto e limitare i danni agli incidenti con persone non protette.

Il Funzionamento della Spia dell’Airbag

Quando si avvia il veicolo, sul cruscotto appare una spia rossa a forma di persona con la cintura di sicurezza e un airbag. Questa luce si accende momentaneamente per verificare che il sistema sia attivo. Se la spia rimane accesa, è necessario rivolgersi a un centro assistenza, in quanto potrebbe indicare un malfunzionamento dell’airbag.

Conclusioni

In conclusione, l’airbag ha cambiato il panorama della sicurezza automobilistica, evolvendosi e diversificandosi nel tempo per offrire una protezione sempre maggiore.
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Inverno e parabrezza ghiacciato: i consigli per prevenire e rimediare

Introduzione

Una delle scocciature maggiori dell’inverno per chi possiede una patente riguarda la possibilità di ritrovarsi, durante la notte o alle prime ore del giorno, con il parabrezza ghiacciato.

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Per questo, nel proseguo dell’articolo cercheremo di elencare consigli e metodi di prevenzione per evitare che il parabrezza si ghiacci o per rimediare quando necessario.

Generalità

Durante i mesi invernali, una delle problematiche più comuni per chi possiede un’auto è il parabrezza ghiacciato. Le basse temperature possono facilmente causare la formazione di uno strato di ghiaccio che, a seconda dello spessore, può risultare difficile da rimuovere. Mentre un sottile strato di ghiaccio può essere eliminato in pochi minuti, uno più spesso e duro richiede più tempo e pazienza. Inoltre, secondo il Codice della Strada 2024, è illegale guidare con il parabrezza ghiacciato, poiché compromette la visibilità, che deve essere chiara per almeno 180 gradi.

Prevenire la formazione del ghiaccio sul parabrezza

La soluzione migliore per evitare che il parabrezza si ghiacci è quella di parcheggiare l’auto in un garage, ma non tutti hanno questa possibilità. In alternativa, si può coprire il parabrezza con appositi teli protettivi. Questi coprivetri sono progettati per proteggere l’intera superficie vetrata, inclusi i finestrini e gli specchietti. Se non si vuole spendere troppo, esistono soluzioni più economiche come utilizzare del cartone o una vecchia coperta, anche se questi materiali non sono durevoli come i coprivetri specifici. Coprire il parabrezza è il metodo più rapido ed efficace per evitare la formazione di ghiaccio, risparmiando tempo nelle giornate fredde.

Come rimuovere il ghiaccio dal parabrezza?

Quando il ghiaccio si è già formato e non si dispone di un garage o di una copertura per l’auto, ci sono diversi modi per rimuoverlo. Il metodo più tradizionale è l’utilizzo del raschietto, uno strumento in plastica dura che consente di grattare via il ghiaccio.

Tuttavia, questo può risultare scomodo in condizioni di freddo intenso, quindi è consigliabile usare un raschietto con un guanto per proteggere le mani. Un’altra soluzione, più veloce ma meno economica, è l’uso di uno spray sciogli ghiaccio. Questi spray sono pratici e facili da usare, ma tendono a esaurirsi rapidamente, soprattutto se si utilizzano per l’intero parabrezza. Infine, molti automobilisti accendono il riscaldamento dell’auto e aspettano che il ghiaccio si sciolga lentamente. Sebbene questo metodo sia abbastanza comune, richiede un po’ di tempo per essere efficace.

Metodi veloci per sbrinare il parabrezza

Se si cerca una soluzione rapida, ci sono alcuni metodi che possono aiutare a sbrinare il parabrezza in tempi brevi. Ad esempio, l’uso del climatizzatore con aria calda è uno dei metodi più diffusi, ma l’efficacia dipende dall’efficienza del sistema di riscaldamento dell’auto. Un altro trucco è coprire il parabrezza durante la notte con un telo o una coperta isolante, che previene la formazione del ghiaccio. Se il ghiaccio si è già formato, il raschietto è la scelta migliore per gli strati sottili. Per un’opzione più veloce, si può usare uno spray antigelo, che funziona in pochi secondi, ma va usato con moderazione per evitare danni ai tergicristalli. Infine, alcune auto di fascia alta sono dotate di sistemi di sbrinamento a distanza, che permettono di riscaldare il parabrezza senza dover entrare nell’auto, ma questa funzione è disponibile solo su modelli premium.

Cosa evitare durante lo sbrinamento

Ci sono alcuni errori che sarebbe meglio evitare quando si cerca di rimuovere il ghiaccio dal parabrezza. Prima di tutto, è assolutamente sconsigliato utilizzare il sale, poiché potrebbe graffiare il vetro e, se ci sono crepe anche piccole, potrebbe penetrare nel vetro e causare danni. Un altro errore comune è versare acqua bollente sul parabrezza. Il drastico cambiamento di temperatura potrebbe infatti danneggiare il vetro, causando crepe o rotture. Inoltre, l’acqua calda potrebbe congelarsi nuovamente se le temperature sono ancora basse. Infine, non bisogna mai azionare i tergicristalli quando c’è ancora ghiaccio sul parabrezza, poiché ciò potrebbe danneggiare le spazzole o il motore che le aziona.

Conclusioni

In sintesi, affrontare il problema del parabrezza ghiacciato richiede preparazione e un po’ di pazienza. Se non si dispone di un garage, è fondamentale utilizzare i metodi giusti per prevenire o rimuovere il ghiaccio in modo sicuro ed efficace, senza danneggiare l’auto.
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Revisione online: come prendere l’appuntamento in pochi click

Introduzione

Una volta che si consegue la patente e si dispone di un’auto, è importante sapere che, dopo quattro anni dopo la prima immatricolazione e poi dopo due anni, è obbligatorio effettuare la revisione.

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La prenotazione della revisione può essere effettuata anche online e per questo, nel proseguo dell’articolo, ti spiegheremo come fare.

Generalità

Prenotare la revisione del proprio veicolo tramite il Portale dell’automobilista è un’operazione facile e comoda, che può essere effettuata completamente online. Questo portale, gestito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, offre una vasta gamma di servizi legati ai trasporti, destinati tanto ai cittadini quanto a professionisti e imprese. Tra i numerosi vantaggi della piattaforma, c’è la possibilità di gestire facilmente la propria revisione, con una procedura semplificata che non richiede particolari competenze informatiche. Inoltre, il portale invia notifiche per ricordare agli utenti gli adempimenti burocratici necessari, come appunto la revisione del veicolo.

I passaggi da effettuare

Per iniziare, il proprietario del veicolo deve entrare nel Portale dell’automobilista, utilizzando le proprie credenziali. Una volta effettuato l’accesso, bisogna selezionare il servizio di revisione, che si trova nella sezione dedicata ai servizi online. A questo punto, si dovranno inserire i dati relativi al veicolo, come il numero di targa e altre informazioni richieste, oltre alla Motorizzazione provinciale di riferimento. Dopo aver completato questi passaggi, si può scegliere la data e l’orario disponibili per l’appuntamento, tra le opzioni proposte dal sistema. È importante verificare che la data scelta rientri nei tempi previsti per la revisione.

Una volta selezionato il giorno e l’orario, basta confermare la prenotazione. Il sistema invierà una notifica, via email o direttamente sul portale, con il dettaglio dell’appuntamento. È fondamentale conservare questa conferma, in quanto sarà richiesta al momento della revisione del veicolo. Dopo aver completato questa fase, non resta che presentarsi al centro di revisione alla data e all’orario stabilito.

C’è anche la possibilità di modificare la prenotazione una volta effettuata. Nel caso si abbia bisogno di modificare l’appuntamento, è possibile farlo direttamente dal portale. Basta entrare nella sezione “Gestione prenotazione” e scegliere l’opzione di modifica. In alternativa, è possibile cancellare la prenotazione, ma solo se la cancellazione avviene almeno 24 ore prima dell’appuntamento. Se la prenotazione è stata inviata alla Motorizzazione e successivamente rifiutata, l’utente può annullarla senza problemi. Quando si cancella una prenotazione, il sistema rende disponibile il posto per altri utenti, mentre i documenti caricati vengono eliminati.

Conclusioni

In sintesi, il Portale dell’automobilista offre un sistema intuitivo e funzionale per gestire la revisione del veicolo in modo semplice e veloce. Con pochi clic, è possibile prenotare, modificare o annullare un appuntamento, rendendo l’intero processo decisamente più comodo rispetto alle modalità tradizionali.
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Le Novità del Nuovo Codice della Strada in Italia Relativamente all’Alcol

Introduzione

Il nuovo Codice della Strada, in vigore in Italia dal 2024, introduce importanti modifiche riguardanti la sicurezza stradale, con particolare attenzione al consumo di alcol e droghe da parte degli automobilisti. Le nuove disposizioni vanno a rafforzare la severità delle normative esistenti, rendendo più severi i controlli e le pene per chi guida sotto l’effetto di alcol. Importante è che le novità introdotte siano conosciute da chi possiede una patente di guida.

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Per questo nel proseguo dell’articolo approfondiremo le principali novità introdotte.

Limiti di Tasso Alcolico e sanzioni

Una delle modifiche più significative riguarda i limiti di alcol nel sangue. Sebbene il tasso di 0,5 grammi per litro di sangue (g/l) resti il limite ordinario, si assiste ad un inasprimento delle sanzioni.

Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro si va incontro a una sanzione tra 573 e 2.170 euro, con una sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, si è puniti con la doppia sanzione, detentiva e pecuniaria (arresto fino a 6 mesi e ammenda da 800 a 3.200 euro), con sospensione della patente da 6 mesi a un anno. Se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 grammi per litro, la contravvenzione è punita con sanzione detentiva e pecuniaria (arresto da 6 mesi e un anno e ammenda da 1.500 a 6.000 euro) e sospensione della patente da uno a due anni. 

L’obiettivo di queste modifiche è quello di ridurre i rischi di incidenti, specialmente per i conducenti meno esperti o coloro che si trovano alla guida di veicoli più pesanti e pericolosi.

Controlli

I controlli stradali, già piuttosto frequenti, saranno ulteriormente intensificati. Le forze dell’ordine avranno più facilità nell’effettuare test dell’alcol durante la notte e nei weekend, orari tradizionalmente più critici per gli incidenti legati all’alcol. L’introduzione di alcol-test preliminari a bordo veicolo e l’ampliamento delle zone sottoposte a controllo consentiranno di individuare in modo tempestivo i conducenti sotto l’effetto dell’alcol.

Alcolock

Se un soggetto viene nuovamente sorpreso alla guida con un tasso alcolemico superiore ai limiti ed è stato già condannato in sede panale o è già stato soggetto a sanzioni amministrative, allora potrebbe essere obbligato all’utilizzo dell’alcolock. L’alcolock è un dispositivo che impedisce l’avvio del motore in caso di rilevamento di un tasso alcolemico superiore a zero. Tutti i veicoli comunitari di nuova immatricolazione con decorrenza dal 6 luglio 2024 hanno l’obbligo di disporre della predisposizione per l’alcolock, ma per installare gli alcolock nei veicoli bisognerà attendere il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da adottare entro il 14 giugno 2025, che indicherà quali caratteristiche deve avere il dispositivo e come deve essere installato.

Educazione e Prevenzione

Il nuovo Codice della Strada prevede anche un maggiore impegno nella prevenzione, con campagne di sensibilizzazione rivolte a giovani e conducenti di veicoli commerciali. L’educazione alla sicurezza stradale diventa quindi un pilastro fondamentale. Oltre a corsi obbligatori per chi infrange le regole, si stanno organizzando iniziative nelle scuole e nei luoghi pubblici per sensibilizzare sull’importanza di non mettersi mai alla guida dopo aver consumato alcol.

Conclusioni

Come visto, le modifiche introdotte nel 2024 al Codice della Strada, in relazione all’alcol, rappresentano un cambiamento importante della normativa, ed è fondamentale conoscerle.
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Approvato il nuovo codice della Strada: cosa cambia per chi guida al telefono

Introduzione

Con l’approvazione del nuovo Codice della Strada ci saranno notevoli cambiamenti, e diventa dunque fondamentale conoscere le principali novità per chi possiede una patente di guida in Italia.

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Per questo, nel proseguo dell’articolo tratteremo una delle tante novità apportate, quella riguardante le nuove sanzioni per chi viene colto al telefono alla guida.

Il nuovo Codice: generalità

Con l’approvazione delle scorse settimane da parte del Senato, dopo quella arrivata in primavera 2024 da parte della Camera, la modifica del Codice della Strada proposta dal governo ha il via libera di entrambi i rami del Parlamento. Ora toccherà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: infatti con la sua firma le modifiche verranno pubblicate in Gazzetta Ufficiale e dopo 15 giorni entreranno ufficialmente in vigore. Per gli automobilisti, ma non solo per loro, cambieranno come anticipato tante regole.

Una di queste riguarda le sanzioni per chi utilizza il telefono alla guida.

Telefono alla guida: cosa cambia

Con la riforma del Codice della strada, le sanzioni per utilizzo di cellulare alla guida diventano più stringenti. Sul profilo economico, l’ammontare della multa per chi viene sorpreso mentre fa uso di telefono mentre guida varia da un minimo di 250 euro ad un massimo di 1.000 euro. Più onerosa la sanzione per i recidivi: da 350 a 1.400 euro.

L’inasprimento delle sanzioni non si limita solo all’aspetto puramente monetario. Infatti, è prevista anche una formula di sospensione breve della patente, da 7 giorni di durata nel caso in cui l’infrazione venga commessa da un conducente con almeno 10 punti sulla patente, che diventano 15 per chi dispone di meno di 1o punti. Queste tempistiche raddoppiano nel caso in cui l’utilizzo del cellulare alla guida venga individuato come causa di un incidente che abbia coinvolto un altro veicolo. Permane anche la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente, che va da 15 giorni a 2 mesi nel caso in cui si tratti del primo episodio in cui si viene sorpresi con cellulare alla guida, e da 1 a 3 mesi per i recidivi. 

Conclusioni

Come visto, è palese il notevole inasprimento delle sanzioni, mirate a disincentivare sempre di più l’utilizzo degli apparecchi telefonici alla guida. Gli automobilisti dovranno adattarsi alle nuove norme, per evitare di incappare in illeciti.
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Primo soccorso stradale: i consigli su come agire in caso di necessità

Introduzione

A chiunque può capitare di assistere ad un incidente stradale e trovarsi di fronte ad una situazione in cui sono presenti uno o più feriti della strada.

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Per questo, nel proseguo dell’articolo cercheremo di capire quali sono le modalità migliori per comportarsi davanti a fattispecie del genere, in modo tale da sventare situazioni pericolose per la salute dei coinvolti nell’incidente.

Cosa dice la normativa

Innanzitutto, è il Codice della Strada a disciplinare il soccorso stradale.

L’articolo 189 del sopracitato codice dispone che: “In caso di incidente, comunque ricollegabile al suo comportamento, il conducente ha l’obbligo di fermarsi e di prestare assistenza a coloro che, eventualmente, abbiano subìto danno alla persona”.

Estendendo invece la fattispecie non solo a chi ha causato l’incidente, ma a tutti i cittadini, entra in gioco l’articolo 593:

“Chiunque (…) trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’Autorità (…) è punito con la reclusione fino a un anno e con multa fino a 2.500 euro. Se da siffatta condotta del colpevole deriva la morte, la pena è raddoppiata”.

Per quanto riguarda le sanzioni, sempre il Codice della Strada dispone che:

“In caso di incidente con danno alle sole cose, chi non ottempera all’obbligo di fermarsi è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 272 a 1.088 euro. Chi, invece, in caso di incidente con danno alle persone, non rispetta l’obbligo di fermarsi è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la sospensione della patente da 1 a 3 anni”.

“Il conducente che si sia dato alla fuga è in ogni caso passibile di arresto (articolo 381 del Codice di procedura penale), a meno che nelle 24 ore successive al fattaccio si metta a disposizione della Polizia giudiziaria. A costui verrà contestato anche il reato di omissione di soccorso (articolo 189 comma 7 del Codice della strada) per non aver prestato assistenza alle persone ferite”.

“Chi, poi, non ottempera all’obbligo di prestare assistenza alle persone ferite (omissione di soccorso) è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la sospensione della patente da 18 mesi a 5 anni. è possibile il concorso tra le due ipotesi di reato (fuga e omissione di soccorso). Inoltre, è disposta la confisca di un ciclomotore o motoveicolo adoperato per commettere un reato”.

Tecniche di soccorso

Le modalità con cui procedere possono variare al variare della fattispecie in cui ci si trova. Nel caso in cui non ci si trovi in una situazione con pericolo di morte imminente, l’ideale è chiamare subito i soccorsi del 118, in modo tale che sia il personale specializzato ad operare con le dovute conoscenze e le dovute cautele.

Diverse discorso riguarda invece le fattispecie in cui il ferito è in pericolo di vita imminente: in questo caso la vita del ferito è nelle mani del primo soccorritore.
Nel caso in cui, ad esempio, il  ferito sia impossibilitato ad uscire autonomamente dall’abitacolo e si trovi in pericolo di vita, si possono adottare i seguenti passi:

  • far passare un avambraccio sotto l’ascella del ferito, afferrargli il mento e bloccargli la testa contro la propria spalla;
  • passare l’altro avambraccio sotto l’altra ascella e afferrare il polso del ferito appoggiandolo sull’addome;
  • adagiare la testa del ferito contro la propria spalla e cercare di sostenerlo saldamente;
  • retrocedere tenendo ben ferma la testa del ferito.

Una volta compiute le operazioni descritte occorre in ogni caso procedere con la chiamata al 118.

Altra situazione critica è quella in cui il ferito presenti gravi emorragie. Anche in questo caso è bene intervenire ancor prima di chiamare il 118.

Le emorragie più gravi sono quelle relative alla lesione di una vena o di una arteria. In caso di grave emorragia, soprattutto se arteriosa, la vita del ferito è nelle mani del primo soccorritore che deve procedere senza esitare: nei casi più gravi la situazione può diventare irreparabile in pochi minuti.

A chiamare soccorsi qualificati si procederà poi, dopo aver tamponato l’emorragia. Aspettando l’arrivo del soccorso qualificato, in caso di gravi emorragie è necessario:

  • Sdraiare il ferito;
  • Sollevare l’arto infortunato;
  • Applicare una fasciatura compressiva o procedere con la compressione digitale a distanza;
  • Porre l’infortunato in posizione antishock (supino con le gambe sollevate) e tranquillizzarlo.

Conclusioni

Come visto, il primo soccorso è disciplinato per legge, e l’omissione può comportare sanzioni anche pesanti nei confronti dei cittadini o di chi è coinvolto nell’incidente.
Il comportamento del soccorritore varia a seconda della specifica situazione, ed è sicuramente fondamentale chiamare i soccorsi del 118.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi della nostra Autoscuola puoi contattarci tramite il sito, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci in sede.

Ripasso sui segnali di divieto: indicazioni e aspetto visivo

Introduzione

Qualsiasi automobilista dotato di patente non può non avere una buona conoscenza della segnaletica stradale. Tra i segnali, assumono notevole importanza i segnali divieto, i quali hanno appunto la funzione di imporre un divieto all’utente della strada in particolari luoghi e circostanze.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sito, chiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo ci focalizzeremo proprio su questa categoria di segnali, spiegando come sono riconoscibili e illustrando il significato dei cartelli più importanti.

Classificazione dei segnali

I segnali di divieto rientrano nella più grande famiglia della segnaletica verticale. Il Codice della Strada afferma che la segnaletica verticale prevale su quella orizzontale e prevede diverse tipologie di segnali verticali in base alla forma, al colore e all’immagine all’interno di ogni cartello. Possiamo suddividere i segnali verticali nei seguenti sottogruppi:

  • segnali di precedenza;
  • segnali di pericolo
  • segnali di divieto;
  • segnali di obbligo.

Segnali di divieto: generalità

I segnali di divieto indicano specifici comportamenti che l’automobilista non può tenere mentre si trova alla guida della propria vettura.
Questi segnali sono caratterizzati da specifica forma e colore: la forma è nella maggior parte dei casi circolare, mentre per guarda la colorazione è solitamente contraddistinta da bordo rosso su sfondo bianco con il simbolo di riferimento nero. Esistono anche alcune eccezioni, e queste sono rappresentate dai cartelli rettangolari relativi alla fermata, alla sosta e al parcheggio dei veicoli (come, ad esempio, il divieto di sosta ed il divieto di fermata).

Per quanto riguarda il posizionamento, i segnali di divieto devono essere installati in corrispondenza o il più vicino possibile al punto in cui inizia lo specifico divieto, ma possono essere preceduti – a condizione che vi sia un pannello integrativo di distanza – da un analogo segnale con funzione di preavviso.

Principali segnali di divieto

I segnali di divieto si dividono in generici e specifici: i primi si riferiscono a tutti i veicoli, mentre i secondi si riferiscono solo a categorie di veicoli o a particolari categorie di utenti.

Tra i segnali di divieto generici più importanti troviamo:

divieto di transito: che indica il divieto di transitare in una determinata area;
divieto di sorpasso: indica il divieto di sorpassare i veicoli a motore;
distanziamento minimo obbligatorio, che impone il divieto di seguire il veicolo che precede ad una distanza inferiore a quella indicata;
limite massimo di velocità, che indica il tetto massimo che si può raggiungere in un determinato tratto di strada in termini di velocità;
divieto di sosta: indica i luoghi dove è stato disposto il divieto di sosta dei veicoli;
divieto di fermata: indica i luoghi dove sono vietate la sosta e la fermata e, comunque, qualsiasi momentaneo arresto volontario del veicolo.

Tra i segnali di divieto specifici più importanti troviamo, ad esempio:

divieto di sorpasso per i veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 t, che indica il divieto di sorpassare veicoli a motore per i veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 t, indicata sulla carta di circolazione e non adibiti a trasporto di persone;

transito vietato ai veicoli a trazione animale; transito vietato ai pedoni; transito vietato alle biciclette (indica il divieto di transito per i velocipedi); transito vietato ai motocicli; transito vietato agli autobus.

Conclusioni

Come visto, i segnali di divieto sono imprescindibili per garantire il rispetto delle norme stradali ed è buona norma cercare di riconoscere il loro significato.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi della nostra autoscuola puoi contattarci o venire direttamente a trovarci in sede.

Approfondimento sui segnali di precedenza: colore, forma e indicazioni

Introduzione

Qualsiasi automobilista dotato di patente non può non avere una buona conoscenza della segnaletica stradale. Tra i segnali, assumono notevole importanza i segnali di precedenza, che informano appunto gli utenti della strada di dover dare, oppure di avere, la precedenza.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sito, chiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo ci focalizzeremo proprio su questa categoria di segnali, spiegando come sono riconoscibili e illustrando il significato dei cartelli più importanti.

Classificazione dei segnali

I segnali di precedenza rientrano nella più grande famiglia della segnaletica verticale. Il Codice della Strada afferma che la segnaletica verticale prevale su quella orizzontale e prevede diverse tipologie di segnali verticali in base alla forma, al colore e all’immagine all’interno di ogni cartello. Possiamo suddividere i segnali verticali nei seguenti sottogruppi:

  • segnali di precedenza;
  • segnali di pericolo
  • segnali di divieto;
  • segnali di obbligo.

Segnali di precedenza: generalità

II segnali che appartengono a questa famiglia, al contrario, ad esempio, dei segnali di obbligo, non hanno la stessa forma né colori comuni.

I segnali di precedenza si dividono in due classi:

  • quelli che impongono ai conducenti l’obbligo di dare la precedenza;
  • quelli che, in maniera diametralmente opposta, indicano ai conducenti il diritto di precedenza.

Segnali di dare precedenza

Segnale di dare precedenza: il segnale dare precedenza è rappresentato da un cartello con forma di triangolo dal vertice verso il basso, su fondo bianco bordato di rosso. Questo segnale indica l’obbligo per il conducente di dare la precedenza ai veicoli che circolano nei due sensi sulla strada sulla quale ci si sta per immettere o che si va ad attraversare.

Segnale di fermarsi e dare precedenza: Il segnale fermarsi e dare precedenza è di forma ottagonale a fondo rosso bordato di bianco con la scritta “STOP” (per questo è conosciuto nel gergo comune come “STOP”). Questo segnale obbliga a fermarsi in corrispondenza della striscia trasversale di arresto, anche in presenza di semaforo a luce lampeggiante gialla, e a dare la precedenza agli altri veicoli, sia che provengano da destra che da sinistra.

Segnale di intersezione con precedenza a destra: il segnale di ‘intersezione con precedenza a destra’, caratterizzato da una sorta di triangolo con X al centro, è installato sulle strade extraurbane per presegnalare un’intersezione tra due o più strade per le quali vige la regola generale della precedenza a destra. Nei centri abitati può essere usato solo quando le condizioni del traffico ne consigliano l’impiego per motivi di sicurezza.

Segnali di diritto di precedenza

Segnale di intersezione con diritto di precedenza: il segnale di ‘intersezione con diritto di precedenza’ preannuncia un incrocio con strade di minore importanza, cioè un incrocio in cui si ha la precedenza sui veicoli provenienti dalle strade secondarie.

Segnale di diritto di precedenza: il segnale diritto di precedenza (giallo bordato di bianco) indica che in un tratto di strada gode del diritto di precedenza.

Segnale di diritto di precedenza nei sensi unici alternati: è un segnale di forma quadrata con fondo blu e due frecce verticali al centro (rossa e bianca) posizionate su direzioni opposte. Questo segnale precede una strettoia che permette il transito di una sola fila di veicoli, consentendo pertanto di avere precedenza rispetto ai veicoli provenienti dal senso opposto. Può essere posto in una strada con una parte della carreggiata chiusa per lavori, oppure dov’è presente una strettoia.

Conclusioni

Come visto, sono svariati i segnali di precedenza, ed è buona prassi per gli automobilisti conoscerli tutti.
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