Patente nautica, focus sui quiz: i dettagli e gli argomenti

Introduzione

Così come per la guida in strada esistono svariate patenti per i vari tipi di mezzi da condurre, anche in mare occorre possedere la patente nautica per potersi mettere alla guida di un’imbarcazione.
Questa volta ci concentreremo in particolare sulla parte dei quiz teorici, indispensabili per poter poi conseguire la licenza.

L’Autoscuola.net, oltre alle patenti per la guida su strada (dalla classica patente B fino alle patenti professionali), ti permette di conseguire la tua patente nautica in tempi brevi per poter navigare in tutta sicurezza. Contatta la nostra scuola guida di Cagliari: metteremo a tua disposizione istruttori capaci e un’imbarcazione di qualità per fare pratica.

Per questo, nel proseguo dell’articolo spiegheremo la struttura dei quiz ed elencheremo gli argomenti trattati.

Navigazione entro le 12 miglia dalla costa

Occorre innanzitutto distinguere tra navigazione entro le 12 miglia dalla costa e navigazione senza limiti. Partiamo dalla navigazione entro le 12 miglia dalla costa.

Nel caso in cui si stia conseguendo l’abilitazione relativa alle sole unità da diporto a motore, occorre superare due prove:

  • quiz teorico su elementi di carteggio nautico: 5 quesiti a risposta singola (promozione con min. 4 risposte esatte). Durata 20 minuti.
  • quiz base: 20 quesiti a risposta alternativa (promozione con min. 16 risposte esatte). Durata 30 minuti.

Nel caso in cui si stia conseguendo l’abilitazione relativa alle unità da diporto a motore, a vela, ed a propulsione mista, occorre superare tre prove:

  • quiz teorico su elementi di carteggio nautico: 5 quesiti a risposta singola (promozione con min. 4 risposte esatte). Durata 20 minuti.
  • quiz base: 20 quesiti a risposta alternativa (promozione con min. 16 risposte esatte). Durata 30 minuti.
  • quiz vela: 5 quesiti a risposta singola (promozione con min. 4 risposte esatte). Durata 15 minuti.

Navigazione senza limiti

Passiamo ora alla navigazione senza limiti.
Nel caso in cui si stia conseguendo l’abilitazione relativa alle sole unità da diporto a motore, occorre superare due prove:

  • prova di carteggio nautico: 4 quesiti indipendenti (promozione con min. 3 risposte esatte). Durata 60 minuti.
  • quiz base (in assenza di abilitazione entro le 12 miglia) : 20 quesiti a risposta alternativa (promozione con min. 16 risposte esatte). Durata 30 minuti.

Nel caso in cui si stia conseguendo l’abilitazione relativa alle unità da diporto a motore, a vela, ed a propulsione mista, occorre superare tre prove:

  • prova di carteggio nautico: 4 quesiti indipendenti (promozione con min. 3 risposte esatte). Durata 60 minuti.
  • quiz base (in assenza di abilitazione entro le 12 miglia): 20 quesiti a risposta alternativa (promozione con min. 16 risposte esatte). Durata 30 minuti.
  • quiz vela: 5 quesiti a risposta singola (promozione con min. 4 risposte esatte). Durata 15 minuti.

Argomenti

Passiamo agli argomenti dei quiz, in modo tale da capire su quali temi occorre prepararsi per poter passare con successo l’esame. L’estrazione e la distribuzione dei quesiti in ogni singola scheda d’esame avviene secondo criteri di casualità che garantiscono quindi la differenziazione delle singole schede. I quiz di ogni scheda del quiz base vengono estratti secondo lo schema rappresentato dalla figura a lato: 

Conclusioni

Come visto, la tipologia di prove da affrontare cambia a seconda del tipo di patente nautica che si intende conseguire: può variare sia il numero di prova che la durata della singola prova.
Per qualsiasi info o chiarimento ti ricordiamo che puoi contattarci compilando il nostro form online, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Pannelli luminosi, colonnine e altri elementi: tutti i segnali luminosi oltre i semafori

Introduzione

I segnali luminosi più conosciuti nell’immaginario collettivo degli automobilisti sono sicuramente i semafori. Tuttavia, oltre ad essi esistono tanti altri segnali luminosi meno conosciuti ma comunque importanti, e chi ha la patente dovrebbe riconoscerli e saperli interpretare nel modo corretto.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, ti ricordiamo che L’Autoscuola.net presenta un’ampia offerta di servizi, che spaziano dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi informazione o chiarimento sui nostri servizi, ti consigliamo di contattarci tramite il form sul nostro sito, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo approfondiremo proprio questi segnali luminosi meno comuni o, comunque, meno conosciuti dagli automobilisti.

Codice della Strada: tipi di segnali luminosi

Partiamo dalle tipologie di segnali luminosi indicate direttamente dal nostro Codice della Strada. L’articolo 41 recita che i segnali luminosi si suddividono principalmente nelle seguenti categorie:

  • lanterne semaforiche, che possono essere a loro volta suddivise in: lanterne semaforiche veicolari normali; lanterne semaforiche veicolari di corsia; lanterne semaforiche per i veicoli di trasporto pubblico; lanterne semaforiche pedonali; lanterne semaforiche per velocipedi; lanterne semaforiche veicolari per corsie reversibili; lanterna semaforica gialla lampeggiante; lanterne semaforiche speciali;
  • tabelloni luminosi rilevatori della velocità in tempo reale dei veicoli in transito;
  • segnali luminosi particolari.

Sempre il Codice della Strada dispone che tutti i segnali e dispositivi luminosi previsti sono soggetti ad omologazione da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, previo accertamento del grado di protezione e delle caratteristiche geometriche, fotometriche, cromatiche e di idoneità indicati dal regolamento e da specifiche normative.

Segnali luminosi rilevatori di velocità

Si tratta di segnali luminosi a scopo dissuasivo, in maniera tale da fare in modo che l’automobilista, constatando nel pannello la propria velocità, moderi l’andamento se questo eccede i limiti di legge in quel tratto di strada.
Solitamente, sono accoppiati ad un cartello che indica proprio il limite di velocità in quel tratto di strada e dalla scritta (sempre apposta sul display) “RALLENTA”.

Segnali luminosi particolari: i pannelli a messaggio variabile

Ci sono poi i segnali luminosi particolari, che comprendono: pannelli a messaggio variabile, colonnine luminose, segnali incassati nella carreggiata o nei bordi di marciapiede delle isole di canalizzazione, degli spartitraffico e dei salvagente, delineatori di margine luminosi).

Colonnine e segnali incassati nella carreggiata hanno un’utilità nota alla stragrande maggioranza degli automobilisti, e permettono di evidenziare eventuali ostacoli, bordo strada, o svolte pericolose.Più curioso è invece l’utilizzo dei pannelli  luminosi a messaggio variabile. I pannelli luminosi sono posti solitamente in alto sopra la carreggiata, appoggiati ai cavalcavia o montati su appositi sostegni, con funzioni primarie di informazione.

I casi preponderanti sono quelli che indicano, in autostrada, le possibilità di code da traffico intenso o le chiusure dei caselli. In caso non ci siano anomalie da segnalare vengono invece utilizzati per ricordare agli automobilisti le regole del Codice della strada o per invitarli ad una guida prudente.

La direttiva 3/07/1998 n. 3929 del Ministero dei lavori pubblici individua 3 tipi di pannelli a messaggio variabile (PMV) ed esplicita le procedure di omologazione dei PMV posti lungo le autostrade e le strade extraurbane principali. I 3 tipi di PMV sono:

  • PMV composti da un pittogramma: sono equiparati a tutti gli effetti a un normale segnale verticale;
  • PMV composti da un testo alfanumerico: non sono soggetti a vincoli specifici del Codice della strada ma devono essere leggibili sempre in condizioni di sicurezza;
  • PMV compositi composti da pittogrammi e da un testo alfanumerico.

In talune città sono presenti segnali luminosi che indicano la disponibilità di parcheggio, particolari eventi locali quali fiere o spettacoli, o ancora l’itinerario migliore per raggiungerli. L’articolo 170 del Regolamento di Attuazione del Codice della strada prescrive, in particolare, che:

  • L’uso dei segnali a messaggio variabile è consentito solo per fornire all’utente indicazioni utili per la guida dei veicoli o indicazioni di pericolo o di prescrizione, in corrispondenza di luoghi ove tali indicazioni possono variare nel tempo;
  • I segnali luminosi a messaggio variabile devono essere visibili in qualunque situazione di luce d’ambiente e non devono provocare fenomeni di abbagliamento.

Conclusioni

Come visto, non esistono soltanto i più conosciuti semafori ma anche altri tipi di segnali luminosi, ciascuno con la sua utilità e con il suo significato.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi de L’Autoscuola.net puoi contattarci tramite il form online, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Le indicazioni dei vigili urbani: quali gesti utilizzano e cosa significano

Introduzione

Può capitare che, in determinate circostanze o in determinati luoghi, la circolazione sia regolata non dai più classici semafori ma dalle indicazioni dei vigili urbani in persona. Il significato della gestualità dei vigili urbani viene studiato nelle lezioni preparatorie all’esame di teoria e chi ha conseguito la patente ha quindi sicuramente trattato questo tema.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, la nostra autoscuola mette a disposizione un’offerta vasta, passando dalla classica patente B per le automobili, fino alle patenti per camion e pullman.
Per qualsiasi informazione o chiarimento sui nostri 
servizi, ti consigliamo di contattarci tramite il nostro sitochiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso la nostra sede.

Per questo, nel proseguo dell’articolo faremo un ripasso di quelle che sono le principali indicazioni e gestualità utilizzate dai vigili per regolare il traffico e come occorre interpretarle.

Vigile a braccia aperte di fronte a noi

Occorre innanzitutto precisare che, come prescritto dal Codice della Strada, le indicazioni sulla circolazione stradale fornite dalle Forze dell’ordine prevalgono sopra ogni altra prescrizione stradale.
La prima posizione che prendiamo in considerazione è quella del vigile a braccia aperte nella nostra direzione: questa posizione equivale a un semaforo rosso, e quindi all’obbligo per il conducente di arrestare il veicolo.

Vigile a braccia aperte di profilo

Quando invece il vigile si trova di profilo rispetto alla nostra posizione con le braccia aperte, questo equivale ad un semaforo verde. Il conducente può quindi impegnare l’incrocio e svoltare, sempre con la dovuta prudenza, sia a destra sia a sinistra.

Vigile con braccio alzato

Se il vigile ha un braccio alzato come in figura, bisogna liberare velocemente l’incrocio, se già è stato impegnato. Se l’incrocio non è stato impegnato, bisogna arrestarsi prima dell’incrocio senza creare pericolo.
La posizione del vigile in figura equivale alla luce gialla fissa del semaforo.

Vigile con braccia ad angolo retto

 Il vigile disposto con le braccia ad angolo retto come in figura consente la svolta a sinistra e a destra ai veicoli che arrivano dalla sua sinistra.
Il vigile disposto con le braccia ad angolo retto come in figura vieta di proseguire diritto ai veicoli che vengono dalle sue spalle, ferma i veicoli che arrivano dalla sua destra.

Conclusioni

Come visto, sono diverse le posizioni che i vigili possono assumere per regolare la circolazione stradale, ognuna con i suoi significati e quindi con diverse prescrizioni nei confronti degli attori della strada.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi offerti dalla nostra autoscuola puoi contattarci compilando il form online, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci in sede.

Segnali stradali verticali: tipologie e significato

Introduzione

I segnali stradali verticali rappresentano il principale modo per comunicare agli automobilisti obblighi, divieti e pericoli relativi alla circolazione nelle strade. Chiunque ha conseguito la patente non ha potuto fare a meno di studiare ed imparare il significato della segnaletica verticale per poter superare con successo l’esame.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, la nostra autoscuola mette a disposizione un’offerta vasta, passando dalla classica patente B per le automobili, fino alle patenti per camion e pullman.
Per qualsiasi informazione o chiarimento sui nostri servizi, ti consigliamo di contattarci tramite il nostro sitochiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso la nostra sede.

Per questo, nel proseguo dell’articolo, faremo un breve ripasso sulla segnaletica verticale, andando a raggruppare i segnali per tipologia.

Tipologie di segnali verticali

Il Codice della Strada afferma che la segnaletica verticale prevale su quella orizzontale e prevede diverse tipologie di segnali verticali in base alla forma, al colore e all’immagine all’interno di ogni cartello. Possiamo suddividere i segnali verticali nei seguenti sottogruppi:

  • segnali di precedenza;
  • segnali di pericolo
  • segnali di divieto;
  • segnali di obbligo.

Segnali di precedenza

I segnali di precedenza si dividono in due classi:

  • quelli che impongono ai conducenti l’obbligo di dare la precedenza;
  • quelli che indicano ai conducenti il diritto di precedenza, ossia che nelle intersezioni i conducenti che provengono da altre strade o in senso opposto hanno l’obbligo di dare la precedenza.

Questo tipo di segnali non ha una combinazione forma/colore univoca di riconoscimento, anche se la maggior parte dei segnali di precedenza sono di colore bianco/rosso e forma triangolare.

Segnali di pericolo

Questi segnali implicano la dovuta attenzione ad una determinata condizione di pericolo che può verificarsi per il conducente, e sono subito identificabili per la loro forma triangolare con il vertice singolare verso l’alto, con sfondo bianco/giallo e il bordo rosso. Cosa significano? Ogni segnale è rappresentativo dello specifico pericolo che vuole segnalare.

Segnali di divieto

I segnali di divieto sono di forma circolare, generalmente di colore rosso e bianco, e vietano agli utenti il transito o determinate direzioni di marcia, una particolare manovra, ovvero impongono limitazioni.

I segnali di divieto si suddividono in generici o specifici: sono generici quelli che si riferiscono a tutti i veicoli; sono specifici quelli afferenti solo a categorie di veicoli o a particolari categorie di utenti.

Segnali di obbligo

Insieme a quelli di divieto e di precedenza fanno parte della grande famiglia dei segnali di prescrizione, ossia tutti quei cartelli stradali che danno delle disposizioni o dei comandi. 
Sono quasi tutti caratterizzati dalla forma circolare e dal colore bianco su sfondo azzurro.

Conclusioni

Come visto, le categorie principali sono quattro, ognuna con il proprio significato e con i propri tratti distintivi in termini di forma o colore. A queste si aggiungono poi altri numerosi segnali quali: segnali integrativi, segnali di indicazione, segnali complementari e di cantiere, semafori e agenti del traffico, spie, carico veicoli, limiti di velocità e pannelli gallerie.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi offerti da L’Autoscuola.net puoi contattarci tramite il nostro form online, telefonicamente, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Cambio dell’olio: istruzioni per principianti e consigli utili

Introduzione

Il cambio dell’olio è un’operazione indispensabile per le autovetture ed è un’azione da svolgere ciclicamente per il corretto funzionamento dei motori. Per questo, chi ha conseguito la patente e guida un’automobile, avrà sicuramente cambiato almeno una volta nella vita l’olio della propria vettura.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sito, chiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo spiegheremo perché è importante cambiare l’olio, quando farlo, e soprattutto come farlo.

Perché cambiare l’olio

L’olio è fondamentale per l’auto in quanto consente di lubrificarne tutte le componenti meccaniche, garantendone il corretto funzionamento nel tempo.

L’olio sporco o in quantità insufficiente, di conseguenza, riduce la lubrificazione e aumenta l’attrito, portando a un aumento di calore e all’usura prematura delle parti, ne accelera la corrosione e non le pulisce più in maniera altrettanto efficace. Per questo non si cambia regolarmente l’olio motore usato o se non si controlla abbastanza spesso il livello, si rischia di danneggiare il motore. 

Quando cambiare l’olio

La fonte primaria da consultare per capire ogni quanto effettuare l’operazione di cambio olio è il libretto della propria auto.
Se non si dovesse fare fede al libretto (ad esempio, per dimenticanza) sarà la spia (detta appunto spia dell’olio) a segnalare che è arrivato il momento di effettuare il controllo.
In generale indicativamente l’olio va cambiato ogni circa 10/15 mila km per le auto a benzina ed ogni 25/30 mila km per le auto diesel.

Come cambiare l’olio

Ci sono due diverse soluzioni per provvedere al cambio dell’olio.

La prima consiste nel rivolgersi ad un’officina competente ed è l’opzione più sicura e consigliata, soprattutto per chi è un principiante o, comunque, non vuole districarsi in un’operazione che è abbastanza macchinosa.

La seconda prevede invece di agire in autonomia o aiutati da qualche conoscente. In questo caso è bene prestare molta più attenzione e seguire i seguenti passaggi:

  • Riscaldare l’automobile in modo tale da lasciar fluidificare l’olio, e spegnere il motore. Posizionare l’auto in corrispondenza di un rialzo o sollevarla per mezzo di un cric;
  • Lasciare in sosta la vettura per qualche minuto in modo tale da permettere all’olio di raffreddarsi;
  • Dopo aver trovato il tappo dell’olio (se proprio dovete infilarvi sotto l’auto, fatelo sempre con i cavalletti), procedere a svitarlo e fate lo stesso con il tappo di scarico della coppa, corrispondente ad un semplice bullone;
  • Una volta individuata la coppa dell’olio, occorre un recipiente che possa contenere l’olio, che va posizionato sotto il tappo della coppa. Con molta attenzione (l’olio potrebbe essere ancora caldo) si svita poi i l tappo per far defluire il lubrificante nel recipiente. Bisogna lasciare che tutto l’olio possa defluire (l’operazione può richiedere alcuni minuti);
  • Per mezzo dell’aiuto di un imbuto versare il contenuto delle lattine di olio nuovo e riempire il motore facendo attenzione a non disperdere liquido. Ogni due litri di riempimento, è bene misurare il livello dell’olio con l’apposita asticella. Solo una volta raggiunto il livello adeguato si può rimettere il tappo dell’olio;
  • Accendere il motore per dieci minuti, spegnerlo, controllare ancora una volta il livello dell’olio con l’apposita asta: se il livello dovesse essere ancora basso, rabboccare aggiungendo altro olio;
  • Infine, ripulire e controllare che non vi siano perdite dal tappo di scarico della coppa. 

Conclusioni

Abbiamo quindi risposto ai tre principali quesiti: perché, come, e quando cambiare l’olio.
Sperando di essere stati d’aiuto, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi dell’Autscuola.net puoi contattarci tramite il nostro sito, chiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Benzina nella macchina diesel o viceversa: come comportarsi quando si sbaglia carburante dal benzinaio

Introduzione

L’atto del mettere benzina rimane, nonostante il diffondersi delle macchine elettriche, uno dei gesti più tipici di un automobilista. Una delle paure più diffuse è quelle di sbagliare tipo di carburante per rifornire la propria macchina, soprattutto tra i neopatentati.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, allora la nostra Autoscuola può fare al caso tuo, con un’ampia offerta di servizi e patenti che vanno dalla classica patente B fino alla patente nautica.
Per qualsiasi informazione o chiarimento sui servizi offerti dalla nostra autoscuola puoi contattarci tramite il nostro sito, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo, spiegheremo come agire nel caso ci si dovesse trovare in questa spiacevole situazione, senza entrare nel panico o creare ulteriori danni.

Benzina al posto del diesel

Partiamo dal caso più grave, che è quello che prevede di sbagliare rifornimento inserendo benzina al posto del diesel: si tratta di una situazione che può verificarsi soprattutto se si è distratti o se si è cambiata auto da poco tempo.

La prima soluzione è quella di accorgersi subito dell’errore commesso: in questo caso si va incontro “soltanto” allo spreco del carburante ed ai costi necessari a far trasportare l’auto per poi pulirne il serbatoio. Infatti, se ci si accorge di aver messo benzina al posto del diesel prima di accendere il motore, le conseguenze sono minori e occorrerà seguire i seguenti passaggi:

  • chiamare un carro attrezzi;
  • far portare l’auto in un’officina;
  • far svuotare e ripulire il serbatoio.

Più pericoloso invece il secondo scenario, che prevede l’accensione del motore e (addirittura) la messa in moto del veicolo con il carburante sbagliato. In questo caso la benzina entra in circolo mettendo per prima a cosa a rischio l’incolumità dei passeggeri, visto che aumenta la probabilità di incendio. A seguire i possibili danni per l’auto:

  • danni agli iniettori;
  • danni alla pompa;
  • danni al filtro antiparticolato;
  • distruzione del motore;
  • rischio di incendio.

In questi casi l’unica soluzione è rivolgersi ad un’officina e riparare tutto quanto è stato danneggiato/compromesso. Nel caso in cui, pur avendo acceso il motore e messo in moto, ci si dovesse accorgere subito dell’errore, il consiglio è quello di fermarsi immediatamente, in modo da limitare danni ed esborsi.
Un’altra possibilità di salvarsi dalle peggiori conseguenze è quella di aver messo meno del 2% di benzina rispetto al diesel: in questo caso è possibile diluire il più possibile la benzina facendo più volte il pieno di gasolio prima che il serbatoio si svuoti. Anche in quest’ultimo scenario però, per evitare ogni rischio e stare in sicurezza, la migliore soluzione è fare gli accertamenti presso un’officina.

Diesel al posto della benzina

Il caso contrario, ovvero rifornire con diesel un’auto a benzina, è invece molto meno grave, dato che
 nel motore a benzina non si innesca la combustione del gasolio. In questo caso semplicemente il motore tenderebbe a spegnersi rapidamente, portando come conseguenza quella di restare a piedi. In ogni caso, soprattutto se la quantità di gasolio immessa è ingente, è consigliabile chiamare il carro attrezzi e rivolgersi a un’officina per far eseguire lo svuotamento e la pulizia del serbatoio.

Conclusioni

Come visto quindi, si tratta di scenari più o meno gravi, in cui in ogni caso l’importante è cercare di mantenere la calma ed agire in modo tale da evitare rischi o ulteriori danni. Sperando di esserti stati d’aiuto, ti ricordiamo che per qualsiasi informazione o chiarimento sui servizi della nostra Autoscuola puoi contattarci tramite il nostro sito, telefonandoci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Tanti tipi di semafori: tutte le tipologie e le relative funzioni

Introduzione

Quando si parla di semafori, subito nell’immaginario collettivo viene in mente il classico semaforo che regola la circolazione delle automobili, contraddistinto dai colori verde, giallo e rosso.
Ma esistono in realtà svariate tipologie di semafori, ognuna con la propria funzione, e chi possiede una patente è bene che ne conosca le caratteristiche.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, ti ricordiamo che la nostra Autoscuola presenta un’ampia offerta di servizi, dalla classica patente B fino alle patenti professionali e la patente nautica. Per qualsiasi informazione o chiarimento puoi contattarci tramite il nostro sito, telefonicamente, oppure venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nell’articolo tratteremo delle diverse tipologie di semafori, cercando di descrivere le peculiarità di ciascuna di esse.

I semafori più comuni

I semafori più comuni in assoluto sono i semafori veicolari normali, che presentano i classici colori verde (in basso), giallo (al centro), rosso (in alto). Una leggera variante dei semafori veicolari normali è quella in cui i colori sono disposti orizzontalmente (rosso a sinistra, giallo al centro, verde a destra) anziché dall’alto verso il basso.

Seguono i semafori veicolari di corsia, che rispetto ai semafori veicolari normali sono dotati anche di indicazione (tramite frecce) sulle possibili direzioni in cui si può proseguire la marcia una volta superato il semaforo.

Troviamo infine i semafori pedonali, che seguono la stessa logica dei semafori veicolari normali ma sono posti in corrispondenza degli attraversamenti pedonali e sono caratterizzati dal simbolo del pedone, che assume di volta in volta i colori verde, giallo, rosso.

I semafori meno comuni

Tra i semafori meno comuni, rientrano sicuramente i semafori per i veicoli di trasporto pubblico, che sono appunto destinati a tale tipo di veicoli.
Questi semafori possono assumere le seguenti combinazioni di simboli e luci:

  • barra bianca orizzontale su fondo nero con significato di arresto;
  • triangolo giallo, con la punta rivolta verso l’alto, su fondo nero con significato di preavviso di arresto;
  • barra bianca verticale su fondo nero con significato di via libera diritto;
  • barra bianca inclinata a destra su fondo nero con significato di via libera a destra;
  • barra bianca inclinata a sinistra su fondo nero con significato di via libera a sinistra.

Ci sono poi i semafori per velocipedi. Questi sono dedicati esclusivamente alla regolazione degli attraversamenti ciclabili (es. in corrispondenza di interruzioni delle piste ciclabili). Presentano le medesime caratteristiche dei semafori per i pedoni, con la differenza di essere caratterizzati dal simbolo di una bicicletta che, di volta in volta, assume i colori verde, giallo, rosso.
Le lanterne semaforiche per velocipedi sono usate solo in corrispondenza di piste ciclabili. Al di fuori delle piste ciclabili si usano le normali lanterne pedonali in quanto i conducenti dei velocipedi devono seguire un comportamento identico a quello dei pedoni.

C’è infine il semaforo giallo lampeggiante. In sua presenza i veicoli possono proseguire oltre l’intersezione ma a velocità moderata e con particolare prudenza e nel rispetto di tutte le norme di precedenza.

Semafori speciali

C’è poi una categoria di semafori che possono essere definiti “speciali”. Le lanterne semaforiche speciali possono essere di due tipi:

  1. una luce rossa circolare lampeggiante oppure due luci rosse circolari;
  2. lanterna semaforica di “onda verde“.

Le luci rosse lampeggianti indicano sempre l’obbligo di arrestarsi, per qualsiasi utente della strada, prima della striscia di arresto. Allo spegnimento delle luci, i veicoli possono procedere nella loro marcia. Un esempio di utilizzo riguarda passaggi a livello senza barriere o con semibarriere.

Per quanto riguarda invece le lanterne di “onda verde”, sono a una o più luci circolari con numeri bianchi su fondo nero che indicano la velocità, espressa in km/h, di coordinazione degli impianti semaforici di un itinerario. In pratica consigliano ai conducenti dei veicoli, la velocità da mantenere per trovare il verde al successivo semaforo.

Conclusioni

Come visto, sono tanti i tipi di semafori, ognuno con i propri simboli e ognuno con le proprie specifiche funzioni.
Sperando di aver contribuito a fare chiarezza, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi offerti dalla nostra Autoscuola puoi contattarci tramite il nostro sito, telefonicamente, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Tolleranza autovelox: quando viene scongiurata la multa e si può tirare un sospiro di sollievo

Introduzione

Gli autovelox rappresentano l’incubo principale per gli automobilisti italiani. Chiunque abbia conseguito la patente e guidato un mezzo, si è sicuramente imbattuto nella paura di prendere una multa a causa di questo strumento, ma in tanti non sanno che in alcuni casi la sanzione può essere scongiurata.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, ti ricordiamo che la nostra autoscuola presenta un’ampia offerta di patenti conseguibili, dalla classica patente B per le auto fino alle patenti professionali ed alla patente nautica. Per qualsiasi informazione o chiarimento sui nostri servizi, puoi contattarci telefonicamente, tramite il nostro sito, oppure venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Si tratta dei casi in cui si rientra nelle cosiddette zone di “tolleranza”, e nel proseguo dell’articolo parleremo proprio di questo aspetto approfondendo quando, nonostante siano stati superati i limiti, è possibile scampare la tanto temuta sanzione.

Autovelox: approfondimento sulle tolleranze

Il Codice della Strada è chiaro. Gli automobilisti sono tutelati in modo tale da scongiurare possibili penalizzazioni dovute ad errate misurazioni dei rilevatori di velocità, che sono sempre e comunque soggetti ad un margine di errore.
L’esigenza di tutela dell’automobilista da questi possibili errori è soddisfatta dalla presenza di due tipi di tolleranza:

  • tolleranza di 5 km/h in caso di velocità fino ai 100 km orari;
  • tolleranza del 5% in caso velocità che eccedono i 100 km orari.

Per comprendere meglio la questione è sicuramente utile qualche esempio concreto.
Abbiamo detto che fino ai 100km/h lo sconto è di 5km/h: se si viaggia ad una velocità di 50 km/h, ai fini della rilevazione da parte dell’autovelox, verranno scontati 5 km/h, rilevando quindi una velocità effettiva di 45 km/h; se si viaggia ad una velocità di 80 km/h, verranno sempre scontati 5km/h, arrivando ad una velocità effettiva di 75km/h.

Oltre i 100km/h invece lo sconto è del 5%: se si viaggia ad una velocità di 120 km/h allora lo sconto sarà di 6km/h, rilevando quindi una velocità effettiva di 114 km/h. Se il limite è di 140 km/h, lo sconto sarà di 7 km/h, rilevando una velocità effettiva di 133 km/h.

Oltre a ciò, esiste anche un arrotondamento realizzato per difetto quando si è in presenza di decimali: in questo caso si opta per il numero intero più basso.
Tutti questi conteggi vengono effettuati automaticamente e, in caso d’infrazione, nel verbale si troverà indicata già la velocità al netto della tolleranza applicabile per legge.

Conclusioni

Di conseguenza, possiamo concludere che la speranza, per gli automobilisti che hanno incrociato un autovelox ad una velocità a rischio, è l’ultima a morire grazie alla tolleranza prevista dal nostro Codice della Strada.
Sperando di aver contribuito a schiarirti le idee sul tema in questione, ti ricordiamo che per qualsiasi informazione o chiarimento sui servizi offerti dalla nostra autoscuola, puoi contattarci tramite il nostro sito, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Auto in sosta davanti ai cancelli: cosa prevede la normativa vigente

Introduzione

Uno degli argomenti legati alle regole della strada che genera più dubbi nella gente è quello che riguarda la possibilità di sostare davanti al cancello di un’abitazione o di un’attività commerciale.
E, specialmente nelle situazioni in cui non è presente il cartello di passo carrabile, possono essere tratti in inganno anche i più esperti patentati.

Se invece non rientri tra coloro che hanno una patente di guida, la nostra Autoscuola presenta un’ampia offerta di patenti conseguibili, dalla classica patente B della auto fino alle patenti professionali ed alla patente nautica. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci telefonicamente, tramite il nostro sito, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Nel proseguo dell’articolo tratteremo proprio questa tematica, facendo un po’di chiarezza su quello che prevede la normativa.

Presenza del passo carrabile

La casistica più semplice e più intuitiva è quella che riguarda la presenza del passo carrabile: in questo caso non ci sono dubbi, è vietato sostare.
L’articolo 158 del Codice della Strada, infatti, cita testualmente che “La sosta di un veicolo è vietata allo sbocco dei passi carrabili”.

Per completezza, il Codice della Strada all’articolo 3 definisce il passo carrabile come “accesso ad un’area laterale idonea allo stazionamento di uno o più veicoli”.
E sempre il codice della strada afferma che: Il passo carrabile (o passo carraio) è uno sbocco di un’area privata su un’area di pubblico passaggio. Senza la preventiva autorizzazione dell’ente proprietario della strada non possono essere stabiliti nuovi accessi e nuove diramazioni dalla strada ai fondi o fabbricati laterali, né nuovi innesti di strade soggette a uso pubblico o privato.

I passi carrabili devono quindi essere individuati con l’apposito segnale, previa autorizzazione dell’ente proprietario della strada.

Assenza del passo carrabile

Più dubbi sorgono invece, nell’immaginario comune, nei casi in cui in un cancello non sia apposto il passo carrabile. Ebbene, in questo caso la legge prevede che per gli automobilisti sia possibile parcheggiare.
Non solo, l’automobilista è autorizzato a parcheggiare la propria auto non soltanto quando il proprietario non ha ottenuto l’autorizzazione per il passo carrabile, ma anche quando, pur avendo ottenuto l’autorizzazione, ha omesso di affiggere il segnale sul proprio ingresso.

Tuttavia, il proprietario dell’abitazione è legittimato a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine per far rimuovere l’autovettura, anche in assenza di passo carrabile, se il parcheggio dura per un periodo di tempo prolungato e gli impedisce l’accesso o l’uscita dal cancello d’ingresso. In questo caso, infatti, risulta violata la servitù di passaggio alla proprietà. La legge prevede che il proprietario debba aver garantito il diritto di accedere alla sua proprietà e, pertanto, se l’unico accesso è bloccato può rivolgersi all’autorità giudiziaria per la tutela del proprio diritto.

Inoltre, è sempre bene sottolineare che, nonostante la legge permetta di parcheggiare in assenza di passo carrabile, sta sempre al buon senso dell’automobilista la decisione di evitare di intralciare l’ingesso di un altro individuo alla propria abitazione o attività lavorativa.

Richiedere il passo carrabile

A richiedere il passo carrabile dev’essere il proprietario dell’immobile o dell’azienda interessata.
La domanda va fatta presso l’ufficio preposto del Comune di residenza/ente proprietario della strada e compilare una modulistica. Una volta ricevuta la richiesta, l’ufficio del Comune o di altro ente verifica se sussistono le condizioni per il rilascio dell’autorizzazione e, in caso di riscontro positivo, dà l’ok per l’apposizione del nuovo passo carrabile

Il passo carrabile deve essere quindi per forza rilasciato dal comune/ente proprietario della strada. In tal senso, i passi carrabili “fai da te”, cioè i divieti di sosta apposti autonomamente dal proprietario del cancello o del garage senza autorizzazione non hanno alcun effetto. Anzi, in caso di affissione di passi carrabili non ottenuti direttamente dall’ente titolare del relativo potere autorizzativo, il proprietario rischia la multa.

Conclusioni

Come visto, c’è una netta distinzione tra presenza o assenza del passo carrabile. In ogni caso, è consigliabile sempre utilizzare il buon senso pur in assenza di un passo carrabile e quindi di un esplicito divieto.
Sperando di aver contribuito a schiarirti le idee sul tema, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi offerti dalla nostra autoscuola puoi contattarci tramite il nostro sito, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Parcheggi bianchi, blu, rosa, verdi, gialli: significato dei diversi colori di strisce

Introduzione

Chiunque possiede una patente, almeno una volta nella vita (anche solo all’esame di scuola guida), ha dovuto effettuare un parcheggio.
Quelli che non tutti sanno è però che esistono svariati colori di strisce che contraddistinguono i parcheggi, ognuno con il proprio significato.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, allora la nostra Autoscuola può fare al caso tuo, con un’ampia offerta di patenti conseguibili, dalla classica patente B fino alle patenti professionali e la patente nautica. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il nostro sito o telefonicamente, oppure venire direttamente a trovarci in sede.

Per questo, in questo articolo illustreremo le principali differenze tra tutti i tipi di colori di strisce previste per i parcheggi.

Colori più comuni: bianco, blu, giallo

I parcheggi più comuni sono quelli con le “classiche” strisce bianche. Si tratta di parcheggi in cui è possibile sostare liberamente e soprattutto senza pagare alcun prezzo.
I parcheggi con strisce bianche possono comunque avere delle limitazioni se integrati da altri segnali di tipo verticale, i quali indicano solitamente limitazioni di tipo temporale: in questo caso occorre utilizzare il disco orario.

Subito dopo i parcheggi con le strisce bianche, quelli più comuni sono i parcheggi contrassegnati da segnaletica orizzontale di colore blu/azzurro.
Contrariamente a quanto accade per i parcheggi bianchi, in questo caso la sosta non è gratuita ma prevede il pagamento di un ticket che, il più delle volte, va mostrato in bella vista sul cruscotto della propria auto. Il costo del ticket solitamente varia in base al tempo in cui si decide di sostare, ed è possibile acquistarlo tramite gli appositi parcometri o (talvolta) tramite web o app dedicata.

Al terzo posto troviamo le strisce gialle, anche queste abbastanza frequenti. Il giallo indica i posti riservati ad alcune categorie speciali. La categoria speciale alla quale, di volta in volta, è riservato il parcheggio giallo viene indicata tramite segnaletica verticale o simboli orizzontali.
Tra le categorie a cui più spesso sono riservati i parcheggi gialli troviamo: Taxi, disabili, carico e scarico merci, residenti.

Altri colori: rosa, verde rosso

Oltre alle strisce bianche, blu e gialle (che sono le più comuni e sono quelle disciplinate ufficialmente dal Codice della Strada), ci sono altri tipi di strisce che possono delimitare un parcheggio auto.

Le strisce verdi stanno ad indicare solitamente quei parcheggi dedicati alla ricarica delle auto elettriche.
Esistono dei casi in cui, nei parcheggi a pagamento, le strisce verdi sostituiscono o affiancano quelle blu: in questo caso stanno ad indicare che le auto elettriche/ibride possono sostare gratuitamente.

Le strisce rosa sono invece dedicate alle donne in dolce attesa o, più in generale, ai genitori di figli fino a due anni di età.

Infine, le strisce di colore rosso possono indicare posti riservati ai residenti, i quali sono gli unici a poterci parcheggiare dovendo esporre nel veicolo un tagliando rilasciato dal Comune che ne accerti la residenza.

Conclusioni

Come visto, esistono diversi tipi di colori di strisce che identificano i parcheggi, ognuno dei quali assume un significato diverso. Per gli automobilisti è bene conoscerli in modo da rispettare il Codice della Strada ed il buonsenso, ed evitare inoltre fastidiose multe.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi della nostra autoscuola puoi contattarci tramite il sito, telefonicamente, o venire a trovarci in sede.

Archivio

Ottobre 2024
L M M G V S D
 123456
78910111213
14151617181920
21222324252627
28293031  
corsi professionali patente
tutti i corsi patente dell anostra scuola guida
servizi autoscuola cagliari