Reperire info su un veicolo attraverso la targa: dove farlo e come procedere

Introduzione 

Verificare le informazioni di un’auto attraverso la targa può sembrare una pratica da esperti, ma oggi è alla portata di chiunque, direttamente online e in modo gratuito. Che tu stia valutando l’acquisto di un’auto usata o voglia semplicemente controllare se un veicolo abbandonato è stato rubato, esistono strumenti ufficiali e sicuri per farlo, senza recarti in agenzia o presso l’ACI.  

L’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sitochiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, vedremo in che modo un semplice numero di targa può rivelare molte informazioni importanti, dalla revisione all’assicurazione, fino alla cronologia dei chilometri percorsi e all’eventuale denuncia di furto.

Cosa si può scoprire con una verifica targa online 

Attraverso la targa è possibile accedere a dati archiviati nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA), nel Centro Elaborazione Dati del Ministero dei Trasporti, o nel database delle compagnie assicurative. Si tratta di dati completamente pubblici. 
Il metodo più semplice, veloce e meno dispendioso per ottenere info tramite la targa di un’auto è la consultazione gratuita tramite servizi disponibili online. Se invece si vogliono ottenere informazioni più approfondite, come il nome del proprietario del veicolo, bisogna ricorrere a strumenti a pagamento come la Visura ACI. Tuttavia, anche senza spendere nulla si possono ottenere moltissime informazioni utili. 

Info principali reperibili con la targa dell’auto 

Inserendo la targa nei portali ufficiali è possibile conoscere: 

• Al seguente collegamento https://www.ilportaledellautomobilista.it/web/portale-automobilista/verifica-revisioni-effettuate-ms sul portale dell’automobilista, lo stato della revisione periodica: si possono vedere la data dell’ultimo controllo, i chilometri registrati e lo storico dei dati rilevati. 

• La validità della polizza assicurativa, inclusa la compagnia con cui è stipulata. Questo è particolarmente utile da quando non è più obbligatorio esporre il contrassegno cartaceo sul parabrezza. Di seguito il collegamento: https://www.ilportaledellautomobilista.it/web/portale-automobilista/ext/verifica-copertura-rc 

• La categoria ambientale del veicolo (spesso difficile da interpretare dal libretto di circolazione) tramite il seguente collegamento: https://www.ilportaledellautomobilista.it/web/portale-automobilista/ext/verifica-classe-ambientale-veicolo. Oppure il modello esatto dell’auto. 

Queste informazioni si possono ottenere in pochi clic, senza dover fornire dati personali o registrarsi a siti web. 

Su determinati portali è poi possibile controllare anche i km dell’auto di cui si dispone la targa. È possibile trovare tali portali con una semplice ricerca Google, ma solitamente in questi casi si tratta di servizi a pagamento. 

Auto rubate o smarrite 

E se invece hai trovato un’auto apparentemente abbandonata o hai dubbi su un veicolo usato che vuoi acquistare? Il controllo della targa può aiutarti a capire se l’auto risulta rubata. Basta accedere al sito del Ministero dell’Interno al seguente collegamento: https://crimnet.dcpc.interno.gov.it/crimnet/ricerca-targhe-telai-rubati-smarriti. Una volta effettuato l’accesso, occorre inserire la targa e il codice di sicurezza per consultare l’archivio interforze che contiene tutte le denunce di furto o smarrimento. Se il veicolo è stato ritrovato ma non ancora registrato nuovamente al PRA, è importante che il proprietario aggiorni i dati. 

Questo controllo è però valido e limitato ai soli veicoli registrati in Italia. 

Conclusioni 

Verificare una targa è quindi diventato un gesto semplice, veloce e molto utile, non solo per la sicurezza personale ma anche per proteggere il proprio investimento. Dal controllo assicurativo allo storico dei chilometri, passando per le denunce di furto e i dettagli ambientali, oggi bastano pochi clic per ottenere informazioni affidabili.  Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi della nostra Autoscuola puoi contattarci tramite il form onlinetelefonarci, o venire direttamente a trovarci in sede.  

Classificazione EURO delle auto: a cosa serve, cosa significa, e quali classi esistono

Introduzione 

Quando sentiamo parlare di auto, nei tg oppure nelle pubblicità, spesso capita di percepire frasi che catalogano un veicolo in base alla sua classificazione EURO

L’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sitochiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

La classificazione Euro è un sistema utilizzato per indicare, in linea di massima, quanto un’auto è pulita dal punto di vista delle emissioni inquinanti. È stata introdotta dall’Unione Europea per limitare l’inquinamento prodotto dai veicoli e migliorare la qualità dell’area.  

Classificazioni 

Possiamo individuare 7 classi, da Euro 0 ad Euro 6. Passando di classe in classe si passa ad auto sempre meno inquinanti e rispettose dell’ambiente e delle normative. 

Euro 0: Include le auto immatricolate prima del 31 dicembre 1992. Sono molto inquinanti, usano benzina con piombo e non hanno sistemi per filtrare i gas di scarico. 

Euro 1: Riguarda le auto immatricolate dal 1° gennaio 1993. Da qui in poi diventa obbligatorio il catalizzatore. Sono auto ormai bandite nella maggior parte delle città italiane. 

Euro 2: Auto immatricolate dal 1° gennaio 1997. La normativa ha imposto una riduzione ulteriore delle emissioni. Anche queste vetture sono soggette a forti restrizioni, soprattutto nelle ZTL. 

Euro 3: Veicoli immatricolati dopo il 1° gennaio 2001. Introdotto il sistema EOBD, che segnala eventuali problemi nei dispositivi antinquinamento. 

Euro 4: Auto immatricolate dal 1° gennaio 2006. Nessuna rivoluzione tecnologica, ma un’ulteriore stretta sui limiti di emissione. 

Euro 5: Veicoli omologati da settembre 2009 e immatricolati da gennaio 2011. Ancora molto diffuse, soprattutto le versioni a benzina. I diesel invece iniziano ad affrontare limitazioni sempre più severe. 

Euro 6: Include tutte le auto immatricolate dal 1° gennaio 2015 in poi. È la classe più recente e “pulita”, attualmente libera da restrizioni di circolazione. 

Le limitazioni alla circolazione

Le classi non sono fini a sé stesse, perché le classi inferiori sono soggette a limitazioni di circolazione. Soprattutto nel Nord Italia sono già stati introdotti dei divieti (spesso discussi) di circolazione permanenti per tutti i veicoli (benzina e diesel) da Euro 0 a Euro 3 compreso, indipendentemente dai livelli di inquinamento.  
Per il futuro è in fase di introduzione la classe Euro 7 (in arrivo dal 2025-2026) con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento non solo da gas di scarico ma anche da altre fonti come freni e pneumatici. 

Conclusioni 

Questo quindi il significato delle tante nominate classi EURO, che stanno ormai per arrivare all’EURO 7. 
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi della nostra Autoscuola puoi contattarci tramite il form online, telefonarci, o venire direttamente a trovarci in sede

Pneumatici auto, pressione, spessore, omologazione: tutti i requisiti da rispettare

Introduzione 

Gli pneumatici rappresentano un elemento fondamentale di ogni autovettura, per questo è importante che siano tenuti sempre in condizioni ottimali ed è fondamentale che, chi possiede una licenza di guida, conosca quali sono gli standard ed i requisiti da rispettare. 

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sitochiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi. 

Per questo, nel proseguo dell’articolo approfondiremo questo tema.

Spessore del battistrada 

Partiamo dal battistrada. Il battistrada è la parte dello pneumatico che entra in diretto contatto con la strada, ovvero la superficie esterna, scanalata e sagomata, che si vede quando si guarda la gomma frontalmente. Serve a garantire aderenza, trazione, e drenaggio dell’acqua, ed a limitare il fenomeno dell’acquaplaning. 

In Italia il limite minimo legale è di 1,6 mm. Pneumatici con battistrada inferiore sono considerati non idonei alla circolazione. È inoltre consigliato cambiarli già intorno ai 3 mm per le gomme estive e 4mm per quelle invernali. 

Pressione 

Al contrario di quanto accade per lo spessore del battistrada, non esistono indicazioni legali per quanto riguarda la pressione della gomma, anche se deve comunque essere conforme a quanto indicato dal costruttore del veicolo. 
Una pressione eccessivamente bassa può causare eccessiva usura e riduzione della stabilità del veicolo. 

Controllare la pressione delle gomme è semplice. Oggi sono gli stessi sistemi presenti nelle vetture moderne ad avvisare quando c’è un’anomalia alla pressione gomme. 
Altrimenti, occorre utilizzare un misuratore di pressione delle gomme, che si può trovare in molte stazioni di servizio. Per utilizzarlo occorre rimuovere il tappo della valvola delle gomme: quindi si può controllare la pressione avvicinando il misuratore alla valvola e leggendo la pressione indicata sul display.

Omologazione 

Gli pneumatici montati sulla vettura devono ovviamente essere omologati e rispettare le dimensioni indicate nel libretto di circolazione del veicolo. Devono inoltre essere omologati agli standard europei. La circolazione con pneumatici non conformi può comportare multe fino a 344 euro oltre che la decurtazione di 2 punti dalla propria patente. 

Conclusioni 

Come visto, sono diversi gli accorgimenti dei quali si deve tenere conto in relazione all’utilizzo degli pneumatici nella propria autovettura. 
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi della nostra autoscuola puoi contattarci tramite il form online, telefonicamente, oppure venire direttamente a trovarci in sede

Frizione auto: come funziona e consigli su come preservarla nel tempo

Introduzione

Quando si guida un’auto con trasmissione manuale, può capitare di notare difficoltà nel cambiare marcia o una sensazione di sforzo durante il sorpasso o in salita. Questi sintomi, spesso, sono segno di problemi alla trasmissione, in particolare alla frizione. Per chi possiede la patente ed un’auto a cambio manuale è quindi importante riconoscere se la frizione è usurata.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, l’Autoscuola.net prevede un’ampia offerta di patenti: dalla classica patente B fino alla patente nautica e le patenti professionali. Per qualsiasi info o chiarimento sui nostri servizi puoi contattarci tramite il sitochiamarci, o venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

 Ma come si riconosce se la frizione è consumata o danneggiata? In questo articolo esploreremo come funziona la frizione, quali problemi può presentare e quali sono i segnali di malfunzionamento da non sottovalutare.

Frizione: principi di funzionamento

Il funzionamento della frizione è piuttosto semplice. Quando si preme il pedale della frizione, il movimento viene trasmesso al cuscinetto reggispinta, che spinge all’indietro lo spingidisco. Questo allontana il disco frizione dal volano, interrompendo il collegamento tra il motore e il cambio, consentendo di cambiare marcia. Quando il pedale viene rilasciato, lo spingidisco preme nuovamente il disco frizione contro il volano, riattivando il trasferimento di movimento al cambio.

Frizione: struttura

La frizione di un’auto con trasmissione manuale è composta da tre principali componenti:

1.Il disco frizione: una parte rivestita con materiale d’attrito simile a quello delle pastiglie dei freni.

2.Lo spingidisco: un insieme di lamelle collegate a un disco di acciaio.

3.Il cuscinetto reggispinta (o disinnesto): che può essere meccanico o idraulico, è il componente che permette di staccare il disco frizione dal volano.

In alcuni veicoli, si può trovare anche un volano bi-massa, che ha la funzione di ridurre le vibrazioni trasmesse dal motore, migliorando il comfort di guida. Quando si sostituisce la frizione, è consigliabile, se necessario, sostituire anche il volano o farlo rettificare per evitare ulteriori problemi.

Frizione: problemi

Ci sono vari segnali che possono indicare un malfunzionamento della frizione. Ecco i più comuni:

               •             Puzza di bruciato: Indica un eccessivo scivolamento del disco frizione, che potrebbe danneggiare lo spingidisco, causando macchie azzurre sulla sua superficie.

               •             Pedale duro: Se il pedale risulta difficile da premere, potrebbe esserci un problema con le lamelle dello spingidisco, richiedendo la sostituzione dell’intero sistema frizione.

               •             Pedale che rimane giù: Potrebbe essere un segno di perdita di pressione nel sistema idraulico (se la frizione è idraulica), in tal caso, sarà necessario sostituire il servo-frizione.

               •             Slittamento del motore durante l’accelerazione: Se il motore accelera ma la velocità dell’auto non aumenta proporzionalmente, potrebbe esserci una perdita d’olio dal paraolio dell’albero motore, che causa lo slittamento del disco frizione.

Frizione: come preservarla

La durata della frizione dipende in gran parte dallo stile di guida e dal tipo di percorso. Chi guida principalmente in città, con frequenti stop e ripartenze, potrebbe dover sostituire la frizione già dopo 70.000-80.000 chilometri. Al contrario, chi percorre principalmente autostrade potrebbe arrivare anche oltre i 150.000 chilometri senza problemi.

Per aumentare la durata della frizione, è consigliabile:

               •             Evitare di tenere il piede sul pedale della frizione quando non è necessario.

               •             Cercare di ridurre al minimo il fenomeno dello “slittamento” della frizione, che accade quando si trattiene la frizione mentre si accelera, specialmente nelle partenze in salita.

Conclusioni

Come visto quindi, la frizione è uno degli elementi fondamentali per il corretto funzionamento di un’auto con cambio manuale, e se si notano anomalie come difficoltà nel cambiare marcia o segnali di slittamento del motore, è importante intervenire tempestivamente.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi offerti dalla nostra Autoscuola, puoi contattarci online, telefonicamente, o venire direttamente a trovarci in sede.

Auto ed estate: tutti i consigli per mantenere l’abitacolo il più fresco possibile

Introduzione

Luglio ha portato con sé il primo vero caldo di questa estate italiana e le temperature alte si ripercuotono anche sui viaggi in auto. Chiunque possiede una patente e guida una vettura, ha sicuramente dovuto fare i conti con il caldo all’interno dell’abitacolo per le più svariate ragioni: climatizzatore guasto, auto parcheggiata al sole, e via dicendo.

Se invece non hai ancora conseguito una patente, ti ricordiamo che la nostra Autoscuola presenta un’offerta ampia di patenti: dalla classica patente B per le automobili fino alle patenti professionali e la patente nautica. Per qualsiasi informazione o chiarimento sui nostri servizi, ti consigliamo di contattarci tramite il nostro sito, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo elencheremo qualche piccolo consiglio/espediente per mantenere la propria auto più al fresco possibile.

Metodi più comuni ed efficaci

Il metodo più comune, soprattutto se si guida un’auto abbastanza moderna, è quello di rinfrescare l’abitacolo con il climatizzatore integrato: anche in questo caso è comunque importante adottare alcuni accorgimenti, come ad esempio evitare di impostare temperature troppo basse rischiando eccessivi sbalzi termici tra l’interno e l’esterno dell’abitacolo.

Il secondo metodo più utilizzato è quello di abbassare i finestrini durante la marcia. In questo caso è consigliato tenere abbassati almeno due finestrini durante la marcia (uno solo non basta) in modo tale da permettere all’aria di circolare, regolando l’apertura in base a quanta aria si desidera. La controindicazione dell’apertura dei finestrini è che, secondo alcuni studi universitari, si rischia di respirare ben l’80% in più di inquinamento rispetto a quando si farebbe con i finestrini completamente chiusi. L’abitacolo si può rinfrescare anche aprendo il tettuccio.

Metodi alternativi e complementari

Se l’utilizzo dell’aria condizionata e l’apertura dei finestrini rappresentano i metodi più utilizzati (e anche più immediatamente efficaci), vi sono tutta un’altra serie di metodi meno conosciuti o comunque complementari.
Tra questi, rientrano sicuramente l’utilizzo del parasole per i finestrini e delle coperture per il parabrezza, da utilizzare quando si parcheggia l’auto sotto il sole.

Un espediente molto più naturale, che sembra scontato ma non è scontato, è quello di parcheggiare all’ombra: in certi casi, parcheggiando la macchina all’ombra si può abbassare talmente tanto la temperatura dell’auto da non rendere necessaria l’accensione del climatizzatore o l’apertura dei finestrini una volta ripreso il viaggio.

Una soluzione ancora meno utilizzata è quello di coprire plancia, cruscotto e volante con schermi riflettenti durante la sosta, in modo da limitare l’assorbimento dei raggi solari. Ci sono poi le pellicole oscuranti da applicare sui vetri dell’auto proprio con l’obiettivo di filtrare il calore del sole. 

Infine, il sistema più artigianale e particolare di tutti: questo sistema prevede di piazzare un blocco di ghiaccio all’interno di una vaschetta da poggiare sul pavimento del veicolo. In questo modo, quando l’aria che fuoriesce dalle bocchette del sistema di ventilazione passa sopra il ghiaccio, la temperatura dell’abitacolo si abbassa automaticamente.

Conclusioni

Abbiamo visto che dunque sono varie, oltre ai metodi classici, le soluzioni da adottare (più o meno costose) per rinfrescare l’auto e non soffrire troppo il caldo durante la stagione estiva.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi offerti dalla nostra autoscuola puoi contattarci tramite il nostro sito, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Pneumatici: perché controllare la pressione per risparmiare e come farlo da soli

Introduzione

Spesso trascurati, gli pneumatici rappresentano invece uno degli elementi fondamentali per viaggiare in sicurezza, e la loro manutenzione permette di risparmiare soldi a chi possiede auto e patente.

Se non hai ancora conseguito la patente, contattaci o vieni a trovarci in Autoscuola. La nostra offerta varia dalla classica patente B fino alle patenti professionali e la patente nautica. Saremo a disposizione in sede o a distanza per qualsiasi informazione o chiarimento.

Per questo, nel proseguo dell’articolo, vedremo perché occorre tenere sempre sotto controllo la pressione e lo stato di salute delle gomme, e capiremo come è possibile farlo in totale autonomia, anche comodamente da casa.

Perché controllare la pressione

Come anticipato, controllare lo stato di salute e la pressione degli pneumatici può essere fondamentale per diversi aspetti.

Il primo e più importante motivo riguarda la sicurezza alla guida, da cui dipende di conseguenza la salute degli attori della strada: se la pressione delle gomme non è nei livelli standard, questo può causare:

  • minore tenuta della strada;
  • incrementare lo spazio di frenata;
  • incrementare il rischio di acquaplaning in caso di asfalto bagnato;
  • portare allo scoppio della gomma.
Fenomeno dell’acquaplaning accentuato dalle gomme

Tutti questi fattori aumentano inevitabilmente il rischio di incidenti.

Il secondo motivo riguarda il rispetto dell’ambiente: pneumatici che presentano livelli di pressione non adeguata aumentano la produzione di anidride carbonica, a svantaggio della qualità dell’aria e della salute del nostro ambiente.

Il terzo motivo riguarda l’aspetto economico: un’adeguata pressione delle gomme fa in modo che le stesse durino maggiormente nel tempo e, inoltre, riduce i consumi di benzina. Controllare lo stato degli pneumatici può dunque apportare vantaggi anche per il nostro portafogli.

Come controllare la pressione

Solitamente per controllare la pressione degli pneumatici, ci si può recare da un gommista o nei classici distributori di carburante dotati di apposita strumentazione.

In realtà, però, controllare la pressione delle gomme può essere ancora più facile ed immediato. Si tratta infatti di un’operazione che può essere svolta comodamente a casa, purché si abbia a disposizione lo strumento del manometro.
Il manometro si può acquistare comodamente in negozi specializzati di auto o su internet.

Per utilizzarlo, basta svitare la valvola della gomma dell’auto ed inserire l’ago del manometro. Una volta compiuta questa operazione occorre leggere il valore restituito dall’apposito contatore e confrontarlo con quello presente sul manuale del proprio veicolo (che indica appunto il valore ideale).

Naturalmente, se la pressione non dovesse risultare corretta bisogna intervenire e regolarla, al fine di evitare tutte le svantaggiose conseguenze elencate in precedenza. Anche in questo caso è possibile intervenire a casa, ad esempio con i compressori portatili, ma è sempre consigliabile recarsi in un distributore di benzina dotato di compressore professionale o, ancora meglio, da un gommista specializzato.

Conclusioni

Come visto, tenere cura della pressione degli pneumatici è molto semplice ma allo stesso tempo molto importante per svariati motivi: in primis quello riguardante la sicurezza su strada, senza però dimenticare anche l’aspetto economico e l’impatto ambientale.
Sperando di esserti stati d’aiuto, ti ricordiamo che per qualsiasi informazione o chiarimento sui servizi offerti dalla nostra autoscuola puoi contattarci compilando il form che trovi online, telefonicamente, oppure venire direttamente a trovarci in sede.

Auto e bambini: quando possono sedersi davanti ed altre informazioni utili

Introduzione

Tra i dubbi di qualsiasi genitore, mamma o papà che sia, c’è sempre quello di come garantire ai propri bimbi la maggiore sicurezza ed il maggior confort possibile durante gli spostamenti.
Se sei un genitore ed hai già conseguito la patente, probabilmente ti sarà dunque capitato di chiederti quale è il miglior modo per viaggiare con i tuoi figli.

Non hai la patente? Presso la nostra autoscuola forniamo un’offerta a 360 gradi, che spazia dalla classica patente B fino alle patenti per poter esercitare professioni che prevedono il trasporto merci o il trasporto persone.
Per qualsiasi informazione o chiarimento sui nostri servizi, ti invitiamo a contattarci online, telefonicamente, oppure venendo a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nel proseguo dell’articolo, illustreremo le principali regole che riguardano il trasporto dei bambini in auto.

Cosa dice il Codice della Strada

Ad occuparsi del tema bambini è l’articolo 172 del Codice della Strada, il quale dispone letteralmente che: “I bambini di eta’ superiore ai tre anni possono occupare un sedile anteriore solo se la loro statura supera 1,50 metri”.
Da questo breve passo del Codice della Strada, si deduce che sono due le condizioni per cui un bambino può tranquillamente occupare il sedile anteriore destro senza alcuna limitazione:

  • età maggiore di tre anni;
  • altezza maggiore di 1,50 metri.

Per tutti gli altri casi, il Codice della Strada dispone che: i bambini di statura inferiore a 1,50 m devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta per bambini, adeguato al loro peso, di tipo omologato secondo le normative stabilite dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, conformemente ai regolamenti della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite o alle equivalenti direttive comunitarie”.

In nessuna parte il Codice della strada impone al genitore di posizionare il seggiolino in un verso o in un altro, nemmeno se il seggiolino è sul sedile davanti. 

Tuttavia, in caso di seggiolino sul sedile anteriore montato con orientamento posteriore (quindi con il bambino che guarda verso dietro, non verso davanti), l’articolo 172 impone di disattivare l’airbag frontale. 

Altre regole

Oltre alle regole principali sopracitate, esistono anche altri obblighi a cui occorre attenersi nel caso in cui si viaggi con dei bambini a bordo.

Tra queste, Indipendentemente dal sedile in cui viene posizionato il minore, se questo ha un età inferiore ai quattro anni allora è d’obbligo il montaggio di un sistema antiabbandono: si tratta di un dispositivo che talvolta può anche salvare la vita dei malcapitati bimbi rimasti chiusi in auto, soprattutto nei mesi più caldi.

Inoltre, all’articolo 172 del Codice della Strada, si vanno ad integrare le normative europee Unece R129 e Unece R44/, le quali specificano quelle che devono essere, a norma di legge, le caratteristiche dei seggiolini utilizzati per i bambini.

Conclusioni

Con quest’articolo, abbiamo cercato di riassumere le regole per il trasporto dei bambini, in particolare quando ed in quali condizioni è possibile che il bambino possa sedere davanti senza limitazioni.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi curiosità, chiarimento, o informazione sui nostri servizi, è possibile contattarci online, telefonicamente, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Batteria dell’auto scarica: perché succede e come rimettere in moto

Introduzione

A quasi ogni patentato è capitato, almeno una volta nella vita, di ritrovarsi con la batteria dell’auto scarica. Un evento spiacevole ma a cui è possibile rimediare in diversi modi ed evitare di rimanere letteralmente in strada.

Se invece non hai ancora conseguito la patente, presso la nostra autoscuola è possibile conseguire svariate tipologie di patente (dalla classica patente B fino alle patenti per bus e camion o la patente nautica) ed usufruire di ulteriori servizi, come ad esempio le guide di perfezionamento.
Per qualsiasi necessità di info o chiarimenti ti invitiamo a contattarci compilando il form online, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo, nell’articolo approfondiremo questa casistica fornendo anche una mini guida su come provare a rimettersi in moto.

Batteria scarica: le cause principali

Ci sono diversi fattori che possono portare la batteria dell’auto a scaricarsi ed a far sì che il motore non si riaccenda, impedendo dunque di poter utilizzare il veicolo. Queste le cause principali:

  • mancato utilizzo dell’auto: se non si utilizza l’auto per un periodo di tempo prolungato (a volte può bastare anche meno di una settimana), nel momento in cui si cercherà di far ripartire il veicolo, molto probabilmente la batteria risulterà scarica;
  • radio accesa a motore spento: l’utilizzo di determinati accessori dell’auto a motore spento, come la radio, può comportare il progressivo esaurimento della carica della batteria;
  • fari o altre luci accese a motore spento: così come per la radio, anche in questo caso dimenticarsi fari o luci accese con il motore spento può portare al progressivo esaurimento della batteria.

Rimedi per rimettersi in moto

Una volta appurato che la batteria è scarica e che non è possibile rimettere in moto, esistono per fortuna diversi modi per rimediare. Sono due le soluzioni: collegare la propria vettura ad un’altra (utilizzando i cavi in modo da trasferire la potenza necessaria al fine di avviare il motore) oppure procedere con la classica accensione a spinta.

La prima soluzione è quella preferibile, ed è di conseguenza la prima da provare ad adottare. In questo caso è sufficiente aprire il cofano motore dell’auto con batteria scarica e quello di un’altra auto e collegare, rigorosamente a motore spento, i cavi nella corretta posizione: prima si collega il cavo rosso al polo positivo (simbolo +) dell’auto in soccorso e successivamente l’altro cavo al polo positivo dell’auto in panne.

Dopo si passa a collegare il cavo nero dal polo negativo (simbolo -) dell’auto in soccorso a quello dell’auto in panne, per poi mettere in moto la propria auto per rigenerare la batteria. Completata l’operazione occorre scollegare i cavetti ma senza spegnere il motore.
Un consiglio in più: meglio cercare di effettuare l’operazione con un’auto che sia il più possibile simile a quella in panne in termini di specifiche tecniche dell’impianto elettrico.

Se non si hanno a disposizione i cavi o non si trova un’altra auto a cui collegarli, allora resta l’opzione di far ripartire l’auto a spinta manuale. In questo caso si dovrà trovare un volontario che si metta a spingere il veicolo fermo, mentre chi si troverà alla guida dovrà iniziare l’operazione in folle per poi, una volta raggiunta una velocità adeguata, inserire la seconda e lasciare di colpo la frizione così da consentire al motore di mettersi in moto.

Conclusioni

Con questo articolo abbiamo voluto trattare uno degli inconvenienti che più spesso capita ai conducenti di autoveicoli, elencando possibili cause ma anche possibili rimedi da adottare per risolvere la situazione.
Sperando di essere stati d’aiuto, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui servizi offerti dalla nostra autoscuola puoi contattarci compilando il form online, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Guida e viaggi in auto: i consigli e le regole per le donne in dolce attesa

Introduzione

La dolce attesa è sicuramente per molte donne una delle più grandi gioie della vita ma, allo stesso tempo, si tratta di un evento che può incidere anche sulle possibilità di una donna di viaggiare in auto come passeggero sulle possibilità di guidare un mezzo.

Per questo, nel resto dell’articolo tratteremo le principali regole ed i principali consigli da seguire per le donne che si trovano in attesa di un bebè, in modo tale da fornire una piccola guida utile.

A tal proposito, ti ricordiamo che sul nostro blog sono presenti altri numerosi articoli su tematiche riguardanti le patenti, la sicurezza stradale, le regole del codice della strada. Per qualsiasi ulteriore informazione o chiarimento sui servizi offerti da L’Autsocuola.net puoi inoltre contattarci compilando il form online, chiamandoci, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Regole

La regola principale è che, in realtà, quando si parla di donne che si trovano in stato di gravidanza non esistono specifici divieti. Il Codice della Strada, in questo senso, lascia assoluta libertà di decisione: sarà ciascuna donna, sulla base delle proprie scelte personali e di eventuali consigli o avvertimenti da parte dei medici, a decidere se mettersi alla guida oppure no.

Un altro importante tema in ambito normativo riguarda l’utilizzo delle cinture di sicurezza: contrariamente all’immaginario comune, anche le donne in gravidanza sono obbligate ad allacciare le cinture di sicurezza quando si trovano all’interno dell’abitacolo. Alla regola generale, si aggiunge un’eccezione contenuta direttamente nel Codice della Strada. L’articolo 172 dispone infatti che: “sono sollevate dall’obbligo le donne in stato di gravidanza sulla base della certificazione rilasciata dal ginecologo curante che comprovi condizioni di rischio particolari conseguenti all’uso delle cinture”.

Consigli utili

Oltre le poche regole sopraccitate, si possono invece elencare numerosi consigli che qualsiasi donna in gravidanza dovrebbe seguire per migliorare il proprio comfort e la propria sicurezza alla guida. Di seguito un elenco dei principali suggerimenti:

  • allontanare progressivamente il sedile dal volante e regolare la posizione dello schienale in modo tale che la pancia non rischi di comprimersi sullo sterzo;  
  • posizionare un cuscino non troppo spesso come supporto per la schiena per ammortizzare i sobbalzi durante la marcia del veicolo;
  • non disattivare l’airbag sia nel caso in cui la donna in gravidanza si metta al volante, sia quando si accomoda sul sedile del passeggero;
  • data la condizione di stress prevedibile, è preferibile, durante la gravidanza, prediligere gli spostamenti brevi o di media durata, proprio perché i viaggi lunghi sono più complessi da gestire;
  • considerare anche le condizioni ambientali, ad esempio evitando di guidare durante le ore più calde in estate o quelle più fredde in inverno.

Conclusioni

Come visto nell’articolo, sono davvero poche le regole del Codice della Strada specifiche per le donne in stato di gravidanza. L’unica norma ad hoc riguarda la possibilità di non indossare le cinture di sicurezza in caso di esplicita certificazione rilasciata dal medico. Al contrario, sono numerosi gli accorgimenti che è consigliabile adottare per una maggiore sicurezza e comodità alla guida.
Sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi informazione sui nostri servizi puoi contattarci compilando il form online, telefonicamente, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Bollo Auto: le informazioni più importanti da sapere sulla tassa automobilistica

Introduzione

Se hai conseguito la patente e possiedi un veicolo a quattro ruote, il bollo dell’auto rappresenta ovviamente, trattandosi di un esborso in termini monetari, una scocciatura.

E se invece non hai ancora conseguito la patente? La nostra autoscuola può fare al caso tuo, con un’ampia offerta di patenti (per svariate categorie di veicoli) e diversi corsi professionali attivi.
Per qualsiasi informazione o chiarimento sui servizi offerti dall’Autoscuola.net, puoi contattarci compilando il form online, telefonicamente, o venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Per questo nel proseguo dell’articolo tratteremo i principali argomenti da conoscere sul bollo auto, mostrando anche i casi in cui è possibile non pagare la tassa.

Bollo auto: generalità

Partiamo dalla definizione. Il bollo auto, spesso definito anche come il “tassa regionale automobilistica” è un tributo regionale il cui versamento spetta a tutti i possessori di un’auto indicati dal Pubblico Registro Automobilistico. Il bollo deve perciò essere pagato annualmente da chi risulta proprietario di una o più automobili provviste di assicurazione auto, indipendentemente dal fatto che il veicolo circoli o meno.

Per quanto riguarda l’entità del pagamento, attualmente il bollo varia in base alla regione e ad altri due importanti elementi: la potenza in kilowatt del veicolo e l’impatto ambientale. Man mano che si sale di kilowatt e man mano che si passa dai veicoli Euro 6 (meno inquinanti) ai veicoli Euro 0 (più inquinanti) l’entità dell’imposta sale.

Pagamento: scadenza e modalità

I pagamenti si possono fare sia online, tramite i seguenti strumenti:

  • pagoBollo online (servizio online di ACI integrato con la piattaforma PagoPA);
  • l’home banking o i servizi online del Prestatore di Servizi di Pagamento (riconoscibili dai loghi CBILL o PagoPA);

sia di persona, attraverso le seguenti modalità:

  • gli sportelli ATM abilitati;
  • i punti vendita aderenti alla piattaforma PagoPA (per esempio SISAL, Lottomatica, Banca 5, ecc.);
  • gli Uffici postali;
  • l’ACI e le agenzie di pratiche auto autorizzate e interconnesse alla piattaforma PagoPA.

Per quanto riguarda le tempistiche invece, il bollo auto deve essere pagato ogni anno entro l’ultimo giorno del mese seguente a quello di scadenza. Se dunque il bollo scadesse ad ottobre 2023, allora andrebbe pagato entro il 30 novembre 2023.

Quando si può evitare di pagare il bollo

Non tutti sono però in realtà “costretti” al pagamento del bollo. C’è infatti chi può gioire e ritenersi esente dall’esborso monetario.
Sono esenti dal pagamento tutti i proprietari di veicoli che siano di interesse storico: ad esempio, gli iscritti nei registri degli Automoclub Storico Italiano, Storico Lancia, Storico Fiat, Storico Alfa Romeo, Federazione Motociclistica Italiana.

Oltre loro, sono esenti anche i possessori dei veicoli immatricolati da più di 30 anni e le persone con disabilità.
Anche il furto dell’auto può far scattare l’immunità dal bollo: in questo caso è necessario chiedere al Pra la trascrizione di perdita del possesso del veicolo.
In tutti gli altri casi non si può scappare dal bollo, a meno che non si cada in prescrizione: la prescrizione per il mancato pagamento della tassa è pari a 3 anni.

Conclusioni

Come visto nel corso dell’articolo, il bollo rappresenta dunque una tassa praticamente certa per ogni automobilista, a parte rari casi in cui si può entrare nel perimetro dell’esenzione.
Ringraziandoti per l’attenzione e sperando di essere stati di tuo interesse, ti ricordiamo che per qualsiasi informazione, chiarimento o spiegazione sui servizi offerti dalla nostra autoscuola, puoi contattarci compilando il form online, telefonicamente, oppure venendo direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.

Archivio

Maggio 2025
L M M G V S D
 1234
567891011
12131415161718
19202122232425
262728293031  
corsi professionali patente
tutti i corsi patente dell anostra scuola guida
servizi autoscuola cagliari