Cenni introduttivi

Guidare l’auto di un’altra persona in Italia è una pratica molto diffusa, a cui spesso si ricorre senza nemmeno farci caso.
Tuttavia esistono delle norme e delle regole che è bene conoscere una volta ottenuta la tanto desiderata patente di guida.

Se invece la patente non l’hai ancora conseguita e sei intenzionato ad iniziare il percorso per ottenerla, ti ricordiamo che presso la nostra Autoscuola siamo disponibili per ogni dubbio o richiesta di chiarimento sui servizi offerti. Puoi contattarci sia compilando il form online, sia telefonicamente, oppure venire a trovarci direttamente presso una delle nostre sedi per un contatto diretto.

Nel proseguo dell’articolo verrà quindi approfondita la tematica, in modo tale da non incappare in scomode e fastidiose sanzioni dovute alla violazione del Codice della Strada.

La disciplina della legge

L’articolo fondamentale su questo tema è il 94 del Codice della Strada, che disciplina le ‘Formalità per il trasferimento di proprietà degli autoveicoli, motoveicoli e rimorchi e per il trasferimento di residenza dell’intestatario’.

In particolare, il comma 4 bis recita che:

“Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 93, comma2, gli atti, ancorché diversi da quelli di cui al comma 1 del presente articolo, da cui derivi una variazione dell’intestatario della carta di circolazione ovvero che comportino la disponibilità del veicolo, per un periodo superiore a trenta giorni, in favore di un soggetto diverso dall’intestatario stesso, nei casi previsti dal regolamento sono dichiarati dall’avente causa, entro trenta giorni, al Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici al fine dell’annotazione sulla carta di circolazione, nonché della registrazione nell’archivio di cui agli articoli 225, comma 1, lettera b), e 226, comma 5. In caso di omissione si applica la sanzione prevista dal comma 3”.

Tradotto in sintesi, da tale articolo si evince che NON c’è alcun divieto nel guidare un’auto di terzi.
Sono salve dunque tutte quelle situazioni in cui, ad esempio, si presta l’auto ad un amico o ad un parente.

Il problema si pone però quando tale atto è continuativo nel tempo, e nelle specifico superiore ai trenta giorni consecutivi.

Possiamo quindi dire che l’obbligo scatta solo se la durata supera i trenta giorni, ed è solo uno: recarsi alla Motorizzazione in maniera tale che sul libretto venga annotato il nome del conducente, che differisce ovviamente da quello del proprietario. Questo permette anche alle autorità di conoscere le generalità dell’effettivo conducente dell’auto.

Casi particolari. E se a guidare l’auto è un familiare del proprietario?

A quanto disciplinato dal codice civile, si aggiunge un’importante eccezione.
Infatti si può sempre guidare l’auto di una persona appartenente allo stesso nucleo familiare. Se ci pensiamo, capita spesso di intestare l’auto ad un membro della famiglia, salvo poi che quest’ultima sia guidata da un alto membro appartenente alla medesima famiglia.
In questo caso la Polizia deve solo accertare che il proprietario del veicolo sia effettivamente un convivente del conducente.

La verifica viene fatta tramite il database dell’anagrafe del Comune, attraverso il quale le Autorità possono collegarsi prima di compilare la contravvenzione. Non servono documenti che certifichino il nome dell’intestatario dell’auto come convivente, ma si occuperà dei controlli la Polizia.

Cosa succede in caso di multa

Infine un’altra situazione di cui bisogna tenere conto, nell’eventualità in cui il conducente differisca dal proprietario, è quella relativa a possibili infrazioni che possono essere commesse, e dunque alle conseguenti sanzioni amministrative a cui si può andare incontro.
Occorre distinguere stavolta in due specifiche situazioni:

  1. La prima situazione si verifica quando c’è contestazione immediata da parte delle forze dell’ordine. In questo caso il conducente riceve il verbale di persona.
  2. La seconda situazione si verifica invece quando la contestazione è differita. In questo caso il verbale non viene ricevuto dal conducente in persona, ma viene notificato al proprietario. Quest’ultimo, nel caso non voglia pagare la multa per un’infrazione commessa dal conducente, deve comunicare entro 60 giorni alle autorità i dati anagrafici di chi effettivamente era alla guida dell’auto.


In questo modo ha la possibilità non solo di non pagare la sanzione, ma anche di evitare di perdere punti dalla patente di guida. A tal proposito cogliamo l’occasione per ricordarti che presso la nostra autoscuola puoi recuperare i punti persi dalla patente.


Occorre precisare che in entrambe le ipotesi il proprietario dell’auto resta corresponsabile in solido.
Di conseguenza, qualunque sia la fattispecie in cui ci si ritrovi, il proprietario può essere chiamato al pagamento della multa. Questo non accade solo nei casi in cui il proprietario riesca a dimostrare che il conducente abbia utilizzato il veicolo contro la sua volontà e di non aver potuto impedire il fatto.

Considerazioni finali

Con questo articolo abbiamo voluto chiarire meglio cosa prevede esattamente la normativa quando il conducente differisce dal proprietario della macchina, un argomento che spesso genera dubbi e confusione.
In particolare, abbiamo visto che in linea di massima non è vietato condurre un veicolo di cui non si è proprietari, se tale comportamento non si protrae per più di un certo lasso di tempo.

Sperando di esserti stati d’aiuto e di avere contribuito a schiarire eventuali dubbi, ti ricordiamo che per qualsiasi info o chiarimento sui diversi servizi offerti dalla nostra autoscuola, puoi contattarci telefonicamente o semplicemente compilando il form online, oppure venire direttamente a trovarci presso una delle nostre sedi.